Facebook è un po’ come la pubblica
piazza di un tempo, i rostri se desideriamo essere vintage e nostalgici: è un’enorme
foro dove trovi di tutto e di più.
Compresi link ad articoli come questo
che vi propongo di leggere.
Se non avete voglia vi riassumo la
questione: a Firenze il sindaco vorrebbe intitolare qualcosa (si presuppone una
fermata dei messi pubblici) a Oriana Fallaci.
Bene? Male?
Non sta a me dirlo, sinceramente penso
che la morte sia un affare da vivi: tramandare la memoria è una necessità,
ostacolarla è innaturale.
Il punto non è questo.
Il punto è venire sbeffeggiati dall’autore
dell’articolo (non cito nomi per rispetto, leggete l’articolo è saprete chi è)
dopo avere espresso il proprio parere contrario in merito alla questione
Fallaci dicendo che sono parole inutili.
Sono stata dura?
No, sono stata gentile, ironica e
sincera.
La verità è che parlare di una fermata
dei mezzi pubblici a Firenze in mezzo a questo calderone di liquami che è
diventato il nostro mondo è ridicolo.
Si parla di terrorismo? Di femminicidio?
Di bambini che muoiono per disattenzione dei genitori e cadono a terra come tanti
fiori recisi?
No, di queste cose non si parla.
Meglio glissare e friggersi le meningi
con la Fallaci.
Italian
free idiocy, of course.
Volete sapere cosa penso di questa
storia?
6 agosto 1928: a Pittsburgh nasceva Andy
Warhol, un artista incomparabile e sempre poco compreso.
6 agosto 1945: l'aereo Enola Gay
sganciava il primo ordigno nucleare su Hiroshima, fulgido esempio di idiozia
umana.
6 agosto 2016: nella minuscola Italia si
sta a discutere (inutilmente) sul fatto se sia o meno il caso di intitolare
qualcosa alla grande Oriana Fallaci. Il tutto mentre in Belgio, Francia e
Germania il terrorismo dilaga e mette in croce l'Europa intera. Questioni di
lana caprina.
C'è qualcosa che non va.