Lo scrittore è il perfetto menzognero: scrive bugie e riesce a farti credere che siano vere.
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03/11/24

Il tempo è...

Il tempo è
troppo lento per coloro che aspettano,
troppo rapido per coloro che temono,
troppo lungo per coloro che soffrono,
troppo breve per coloro che gioiscono;
ma per coloro che amano,
il tempo non è.
(Henry Van Dyke)


(Video realizzato da MesserMalanova)

30/01/22

Invictus

(Video del mio amico MesserMalanova: seguitelo sul suo nuovo canale YouTube!)


Dal profondo della notte che mi avvolge,
nera come un pozzo da un polo all’altro,
ringrazio qualunque dio esista
per la mia anima invincibile.

Nella feroce morsa delle circostanze
non ho arretrato né gridato.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma non chino.

Oltre questo luogo d’ira e lacrime
incombe il solo Orrore delle ombre,
e ancora la minaccia degli anni
mi trova e mi troverà senza paura.

Non importa quanto stretto sia il passaggio,
quanto piena di castighi la vita,
io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima.
(William Ernest Henley)

26/11/21

Il senso della vita

Buongiorno!
Oggi comincia una bella collaborazione con la brava poetessa Caterina del blog Farfalle Libere.
La poesia che mi è stata proposta si chiama Il senso della vita ed è più che mai attuale e intensa.
Io ho deciso di abbinarla a un immortale brano di Fabrizio De André, un altro geniale poeta italiano.
Buona lettura e buon ascolto.

Il senso della vita non lo trovi
nelle camere laccate
degli alberghi di lusso,
nelle vesti sfarzose,
nei gioielli scintillanti
di giovani dame danzanti
con gli occhi sempre in cerca
degli sguardi degli amanti.

Il senso della vita pulsa
nei lugubri sobborghi di periferia,
nelle bettole fatiscenti dove
gli alcolizzati si bevono la vita.
Tra le strade sferrate,
piene di sassi,
tra gli schiamazzi dei bambini
che corrono festanti
con l'acqua nelle scarpe,
i buchi nelle tasche e gli occhi felici.

È dove un uomo solo,
ogni giorno,
affronta il mondo che gli rema contro.
È nelle case bestemmiate,
dove i piatti son vuoti
e le parole sboccate.
È nei cuori solitari e pieni di spine,
dove, fulgida, vibra ancora una
speranza...
prima o poi cambierà e torneremo a
sorridere.
(Caterina Alagna)

31/10/21

Sarai la Rivoluzione

Sentimenti omologati mi circondano,
parole vuote mi rubano l’aria,
intorno a me vedo solo etichette
che indicano il nome
del nulla.

Fotografie ritoccate riempiono il cielo,
le lucciole si fingono stelle,
intorno a me vedo solo sorrisi
che vendono una gioia
farlocca.

Fuggi da questo schifo:
tu non sprecare il fiato
con farfalle scolorite;
parla sempre dal cuore
e non averne paura;
libera la tua anima
e guasterai la finzione
e sarai la rivoluzione.
(Francesco Abate)

10/06/21

Il mistero della vita

Il mistero della vita
penetra nel mistero della morte,
il giorno chiassoso
tace dinanzi al silenzio delle stelle.
(Tagore)

(Video di MesserMalanova)

Prima di lasciare un commento, vi invito a leggere la bella recensione che Penelope ha fatto dopo aver letto Florentia, il mio nuovo romanzo storico dedicato all'immortale Firenze.

18/11/20

Lussuria leggera della notte

Nella lussuria
leggera
della notte
che con la sua stella canta
buone notizie
voci
mari
il catrame del cielo
la nostalgia.
(Jorge Isaías – Poesia riunita)


26/09/20

L'importanza della solitudine

Buongiorno a tutti, finalmente siamo in pieno autunno!
Prima di parlare della solitudine, l'argomento di questo post, voglio invitarvi a leggere la recensione del libro Le voci delle donne, che ho scritto insieme a Ofelia De Ville, fatta da Mary e Vale del blog La valigia di carta.

E ora discutiamo un po'.
C’era una volta la solitudine, poi sono arrivati internet e i social media che hanno esasperato il concetto aristotelico secondo cui l’uomo è un animale sociale intrappolando per persone in rapporti che durano forzatamente ventiquattrore su ventiquattro, sette giorni su sette.
Se non sono i social, c’è la televisione, il telefono, il sito, il blog, gli amici su whatsapp, le chat...
Insomma, che ci piaccia o no fuori ma soprattutto dentro le mura di casa siamo bombardati da continui contatti.
Sembra che se non si forma un gruppo, una massa o peggio ancora un branco, si diventi in automatico persone anomale.

E la solitudine, dov’è andata a finire?
Dov’è quel magico spazio della mente e della fisicità in cui siamo finalmente soli, distaccati da tutto ciò che ci circonda, dove non dobbiamo rendere conto di niente a nessuno e fare ciò che più ci aggrada, che ci fa stare bene?
Dov’è quello spazio necessario per la creazione di un’opera, per il concepimento di un pensiero o semplicemente per una piccola coccola da dedicare a se stessi?

Personalmente io amo molto la solitudine, un po’ perché è sempre stata la mia dimensione naturale e soprattutto perché in essa riesco a lavorare, ad avere le mie idee migliori.
Non mi spaventa lo stare sola, il distaccarmi dalle altre persone, ritagliarmi un angolo fatto di silenzio e di pensieri propositivi.
Per me la solitudine è vitale, è un filtro necessario attraverso cui osservare l’universo.
È la dimensione in cui mi realizzo meglio.
Eppure so di essere una mosca bianca e quindi mi domando se tutti questi rapporti forzosi e forzati non siano la dimostrazione di quanto la società odierna sia sterile e di come la maggior parte delle persone viva in un’incostante dimensione di immaturità, incapace di bastare.

Essere faccia a faccia col sé significa, per forza di cose, affrontarsi. È il cosiddetto “esame di coscienza”, che non può che giovare. Fare i conti con i propri errori porta a non commetterli in futuro. Paradossalmente, l’isolamento è una cura all’egoismo, che si manifesta nella moltitudine: ostentare per attrarre le altrui attenzioni; schiacciare gli altri per distinguersi, per cercare conferme alla propria autostima.
La solitudine è un bagno di umiltà e permette di formare una coscienza autonoma, che non ha bisogno del prossimo per reggersi. Né di aiutarlo o di essere aiutato, né di umiliarlo o di farsi umiliare da lui.
«La solitudine è la miglior cura per la vanità», affermava Thomas Wolfe, e il silenzio insegna valori trascurati al giorno d’oggi: la discrezione, il contegno, il decoro. Atteggiamenti che la maggioranza continua a stimare, sottovoce, in netta controtendenza con la volgarità chiassosa che contraddistingue quest’epoca.
La solitudine feconda permette di focalizzare gli sforzi su un obiettivo preciso. Chi ambisce a qualcosa di grande lo sa: è un percorso che s’intraprende da soli.
Anzi, gli altri fungono da pause, ostacoli allo scopo che ci si è prefissati. Che sia studio, lavoro o arte, si può contare solo su se stessi, sul sudore che si versa indipendentemente dal prossimo.
La solitudine è la dimensione del sognatore.
«La grandezza è solitaria. Si direbbe anzi che la solitudine è condizione della grandezza. Tutte le intelligenze superiori, tutte le nature superiori sono isolate, l’aquila vive sola, il leone solo», notava Iginio Ugo Tarchetti.
Similitudine, questa, espressa anche dal coevo Arthur Schopenhauer, filosofo solitario per definizione.

I wandered lonely as a cloud
that floats on high o'er vales and hills,
when all at once I saw a crowd,
a host, of golden daffodils;
beside the lake, beneath the trees,
fluttering and dancing in the breeze.
Continuous as the stars that shine
And twinkle on the milky way,
They stretched in never-ending line
Along the margin of a bay:
Ten thousand saw I at a glance,
Tossing their heads in sprightly dance.
The waves beside them danced; but they
Out-did the sparkling waves in glee:
A poet could not but be gay,
In such a jocund company.
I gazed - and gazed - but little thought
What wealth the show to me had brought:
For oft, when on my couch I lie
In vacant or in pensive mood,
They flash upon that inward eye
Which is the bliss of solitude;
And then my heart with pleasure fills,
And dances with the daffodils.
(The daffodils - William Wordsworth)


30/08/20

Il canto di Bacco

Rieccoci qua, dopo questa breve pausa virtuale.
Sapete che mi piace mescolare musica e poesia, almeno ci provo. La poesia di oggi è stata scritta dal mio amico e autore Francesco Abate, e vi invito a visitare il suo blog perché è una persone molto gentile, con la quale si può parlare di libri, cultura, cinema... insomma, di tutto!
La canzone, invece, è un video realizzato dal mio amico MesserMalanova con il brano Non dormire più di Mango.

Sotto l’olivo che ci nasconde,
col concerto del passero sui rami,
apri la porta della tua carne
e lascia che la mia forza
ti avvolga.
Ho tanta vita che mi scorre dentro
e il pianeta che la chiama sei tu
con la sua forza di gravità,
lascia perciò che mi schianti
nelle tue viscere.

Il vino,
dolce sangue dell’estate vitale,
benedirà la nostra unione,
darà forza a ogni gemito
che muterà nel canto degli angeli.


La natura,
ebbra festa d’atomi impazziti,
consacreremo col profumo,
laveremo col sudore,
delle anime nella calda tempesta.

15/03/20

Il sole è tramontato

Il sole è tramontato, la lunga onda dell’erba
oscilla tetramente al vento della sera
e l’uccello ha lasciato la vecchia pietra grigia
e ha cercato il caldo rifugio di un nido.
Nel solitario orizzonte che mi circonda
non vedo immagini non odo alcun suono
se non il soffio del vento lontano
che sospira sul mare d’erica.
(Emily Brontë, 35 poesie)


28/01/20

Inverno

Fili neri di pioppi
fili neri di nubi
sul cielo rosso
e questa prima erba
libera dalla neve
chiara
che fa pensare alla primavera
e guardare
se ad una svolta
nascono le primule.
Ma il ghiaccio inazzurra i sentieri
la nebbia addormenta i fossati
un lento pallore devasta
i dolori del cielo.
Scende la notte
nessun fiore è nato
è inverno anima
è inverno.
(A. Pozzi)




04/08/19

Buone vacanze!

Il blog entra in pausa, ci rivediamo a settembre: vi ricordo, nel caso in cui vogliate leggere i miei libri, che trovate tutte le informazioni disponibili sul mio sito e anche qui nei post con l'etichetta "I libri di Francesca".
A presto, e intanto leggete questa poesia e il tag Cinque libri per l'estate!


"Io sono un cane.
Sono un animale vivente e che respira.
Provo dolore, gioia, amore, paura e piacere. Io non sono una cosa.
Se verrò colpito, avrò lividi, sanguinerò, mi romperò.
Sentirò dolore. Io non sono una cosa.
Io sono un cane.

Mi piace giocare, camminare, ma più di ogni altra cosa, mi diverto con il mio zaino, la mia famiglia, la mia gente.
Non voglio nient’altro che stare dalla parte del mio umano.
Voglio dormire dove dormi tu e camminare dove cammini. Sono un cane e provo amore ... desidero compagnia.

Mi piace il contatto di una mano gentile e la morbidezza di un buon letto.
Voglio stare dentro la casa con la mia famiglia, non rimanere bloccato da una catena o da solo in un canile o in un cortile recintato per ore e ore.
Sono nato per essere un compagno, non per vivere una vita di solitudine.
Ho troppo freddo e ho troppo caldo.
Sperimento la fame e la sete.
Sono una creatura vivente, non una cosa.

Quando te ne vai, voglio venire con te.
Se resterò indietro, aspetterò con impazienza il tuo ritorno.
Desidero ardentemente il suono della tua voce.
Farò qualsiasi cosa per farti piacere.
Vivo per essere il tuo prezioso compagno.


06/05/19

Confine

Ci si immerge ancora e ancora
nei relitti del naufragio.
E ancora e ancora
si depositano i reperti
sulla lastra levigata della spiaggia.
Che cosa resta fuori?
La schiuma che trabocca dalle mani
o l’oceano denso del linguaggio?
(Ana Rossetti dall’opera “Riempire il tuo nome”)


20/03/19

Una Luce esiste in Primavera

Una Luce esiste in Primavera
Non presente nell’Anno
In qualsiasi altro periodo –
Quando Marzo è a malapena qui
Un Colore sta là fuori
Su Campi Solitari
Che la Scienza non può cogliere
Ma la Natura Umana avvertire.
Aspetta sul Prato,
Mostra il più remoto Albero
Sul più remoto Pendio che conosci
Quasi ti parla.
Poi quando gli Orizzonti si avviano
O i Mezzogiorni replicano lontani
Senza Formula di suono
Passa e noi restiamo –
Un senso di perdita
Intacca il nostro Contento
Come se un Commercio s’insinuasse d’un tratto
In un Sacramento.
(Emily Dickinson)


29/11/18

Il pianeta degli alberi di Natale

Dove sono i bambini che non hanno
l’albero di Natale
con la neve d’argento, i lumini
e i frutti di cioccolata?
presto, presto adunata, si va
sul Pianeta degli alberi di natale,
io so dove sta. Che strano, beato Pianeta…
Qui è Natale ogni giorno.
Ma guardatevi attorno:
gli alberi della foresta,
illuminati a festa,
sono carichi di doni.
Crescono sulle siepi i panettoni,
i platani del viale
sono platani di Natale.
Perfino l’ortica,
non punge mica,
ma tiene su ogni foglia
un campanello d’argento
che si dondola al vento.
In piazza c’e’ il mercato dei balocchi.
Un mercato coi fiocchi,
ad ogni banco lasceresti gli occhi.
E non si paga niente, tutto gratis.
Osservi, scegli, prendi e te ne vai.
Anzi, anzi, il padrone
Ti fa l’inchino e dice:"Grazie assai,
torni ancora domani, per favore:
per me sarà un onore…" Che belle le vetrine senza vetri!
Senza vetri, s’intende,
così ciascuno prende
quello che più gli piace: e non si passa
mica alla cassa, perché
la cassa non c’è. Un bel Pianeta davvero
Anche se qualcuno insiste
A dire che non esiste...
Ebbene, se non esiste, esisterà:
che differenza fa?
(Gianni Rodari)


17/03/18

Un barlume di eterno

Proprio adesso,
un passero si è posato
sul ramo di un pino
proprio fuori
dalla finestra della mia camera da letto
e un soffio
di polline giallo
è volato via.
(Ted Kooser, “Piaceri e Ombre”)


01/02/18

Gatto che giochi per via

Gatto che giochi per via
come se fosse il tuo letto,
invidio la sorte che è tua,
ché neppur sorte si chiama.
Buon servo di leggi fatali
che reggono i sassi e le genti,
hai istinti generali,
senti solo quel che senti;
sei felice perché sei come sei,
il tuo nulla è tutto tuo.
Io mi vedo e non mi ho,
mi conosco, e non sono io.
(Fernando Pessoa)


21/08/17

L'acqua assorta


(dipinto di A. Monks)

L'acqua assorta
pensa o sogna?
L'albero che si piega
cercando le sue radici,
l'orizzonte,
il fuoco intatto,
si pensano o si sognano?
Il marmo fu mai uccello?
L'oro fiamma?
Il vetro aria o lacrima?
Piangono il respiro perduto?
Forse sono la memoria di se stessi
e rinchiusi si contemplano per sempre?
Se tu ti guardi, cosa resta?
 
(da L’acqua assorta, 2001, Maria Zambrano)

29/07/17

Anima cane




Anima che accarezzo a sera, e sei un cane
stanco, ma un cane sempre fedele.
Un cane che balbetta un nome:
padrone, padrone mio.
Non lasciarmi anima cane, non lasciarmi mai.
(Alda Merini)

31/10/16

Così, come potrei rischiare?

Conosco le voci che muoiono con un morente declino
sotto la musica giunta da una stanza più lontana.
Così, come potrei rischiare?
E ho conosciuto tutti gli occhi, conosciuti tutti –
Gli occhi che ti fissano in una frase formulata,
e quando sono formulato, appuntato a uno spillo,
quando sono trafitto da uno spillo e mi dibatto sul muro.
(T.S. Eliot. Immagine dal web)