Per chi ancora non mi conosce a fondo,
dichiaro senza timore di essere una fan, una conoscitrice approfondita e un’amante
compulsiva della saga di Star Wars da quando avevo cinque anni, una saga che in
più occasioni mi ha letteralmente (e non scherzo) salvato la pelle.
È quindi con immenso dispiacere che mi
unisco alla schiera delle tantissime persone che oggi danno l’addio alla grande
Carrie Fisher.
Grande in tutto: cuore, pensieri,
sentimenti, forza d’animo.
Addio Carrie.
Addio Leila.
Resterai sempre nei nostri cuori!
PER
TUTTI, nonostante i tanti ruoli che ha interpretato, era rimasta la principessa
Leila di Guerre stellari. Carrie Fisher, laureata diva grazie alla saga di Star
Wars, è morta in ospedale, a Los Angeles, dove era
stata ricoverata.
Aveva 60 anni. Il 23 dicembre era in volo da Londra a Los
Angeles quando, un quarto d’ora prima di atterrare, era stata colpita da un
infarto.
Le condizioni erano apparse subito gravissime. Rianimata sull’aereo,
era stata portata in ospedale, in terapia intensiva all'Ucla Medical. Al suo
fianco la madre Debbie Reynolds, la figlia Billie Lourd con il cagnolino Gary.
Il portavoce della famiglia, Simon Halls, ha reso note le parole della figlia:
«È con una tristezza profonda che Billie Lourd conferma che la sua amata madre
Carrie Fisher è deceduta alle 8,55 di questa mattina», si legge nella
dichiarazione. «È stata amata dal mondo e lei ci mancherà profondamente. La
nostra famiglia vi ringrazia per i vostri pensieri e le vostre preghiere».
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L’anno
scorso spiegava di essere fiera di tornare a lavorare nella saga che l’aveva
resa famosa: «Non fosse stato per la lungimiranza di George Lucas non ci
sarebbero mai state Sigourney Weaver in Alien
e
tante altre eroine. Leila ha lanciato, a mio avviso, una nuova generazione di
giovani donne sicure di sé, senza paura, con cui ci si può identificare”. Non
la infastidiva l’idea che sarebbe stata ricordata solo per Leila. “Non sarei
tornata a interpretarla alla mia età se mi avesse dato fastidio.
È
bello essere lei. Forte e indipendente, tutto quello che avrei voluto essere
quando la interpretai per la prima volta nel 1977”. La principessa senza
macchia e senza paura riconosceva la propria fragilità.