Non avevo in programma di scrivere un
post, non oggi che devo correre a revisionare un altro capitolo del mio
prossimo romanzo.
Ma il lavoro può attendere due minuti,
quando si tratta di cose altrettanto importanti.
La prima è la petizione che Ofelia
DeVille ha condiviso: firmatela perché il governo italiano vuole promulgare una
legge che consentirà di eliminare i cani che sono stanziati nei canili o
costretti al randagismo.
Ricordatevi Gandhi: la civiltà di un
paese si dimostra anche per come quel paese tratta i suoi animali.
E ora passiamo al secondo motivo di
questo post.
Un commento sul mio post #insieme raccontiamo 18 mi ha spinto ad una riflessione.
Quanto è importante il ricordo, la
memoria?
Il ricordo è assolutamente primario nel
mio lavoro di scrittrice: scrivo perché voglio imprimere delle memorie, per
condividere in qualche modo le mie memorie e anche perché io stessa, quando un
giorno sarò cenere, divenga un giorno memoria.
Ma anche al di fuori della scrittura
credo che il ricordo sia importante, nel micro o nel macro cosmo.
Tramandare la memoria di noi, di ciò che
è stato, è il fulcro stesso della nostra esistenza.
Se ci pensate bene, cosa siamo se non il
passato?
Il presente è un attimo che fugge, il
futuro è un’ipotesi cangiante, dunque alla fine viviamo e siamo solo il
passato.
Il ricordo.