Li chiamano “look down generation” e sono i ragazzi di oggi, quelli
nati dopo il 1990 benché poi la sindrome si sia paurosamente acuita con le
nascite post 2000.
Sono figuri tristi, con un attacco di cervicale perenne giacché la
testa è sempre china sullo smartphone o sul tablet, con il pollice
sovrasviluppato a furia di toccare lo schermo touch, convinti che se una cosa
la dice internet allora è vera e che i rapporti umani si consumano solo nello
spazio virtuale.
Così mi sono venute in mente dieci cose che io ho fatto (io, nata anni
80, che di cose rispetto a chi è nato vent’anni prima di me ne ho fatte molte
di meno!) e che questi pidocchi look down non fanno, si sono persi oppure
pensano che non servano a niente.
1-imparare ad allacciarmi le scarpe: i look down non sono capaci, di
norma usano i velcri.
2-fare una ricerca in biblioteca: e chi la fa più, adesso?
3-scrivere una lettera a mano: wow, altri tempi! E col fatto che le
poste sono quelle che sono, attendere la risposta era sempre un’avventura.
4-attendere lo sviluppo del rullino fotografico, con le relative
sorprese sulla riuscita delle foto (io ero una gran tagliatrice di teste).
5-imparare a leggere l’ora e possedere un orologio da polso: mi ricordo
ancora la pubblicità dell’orologio Flick Flack! (Io son Flic, io son Flack... chi se la ricorda oltre a me?)
6-giocare al parco giochi: genitori che avete i figli obesi, portateli
a sgambare come i cani!
7-utilizzare le schede telefoniche e collezionarle:
celocelocelomancacelo...
8-leggere il quotidiano: ora con internet sono in pochissimi a farlo.
9-scoprire da soli il ritardo dei treni senza la app che comunque
sbaglia lo stesso (lo so perché conosco gente che la usa e tanto non funziona).
10-pensare che il corpo umano fosse davvero come in “Siamo fatti così”
senza angoscianti pagine fb che mostrano tutti gli accidenti possibili che ti
capitano (anche questo mostrato da gente che conosco).
E voi? Che avete fatto di bello che questi look down si perdono?