Vi è mai capitato di leggere un libro che non vi sareste mai aspettato
di leggere?
A me è successo, e ne voglio parlare in questo post.
Una persona che conosco mi ha consigliato di leggere il libro-guida “Un
inganno chiamato matrimonio” di G. Guglielmotti.
Non è un romanzo, ma un libro di auto aiuto per coppie che sono in
crisi con il matrimonio o che non sanno gestirlo perché sono agli inizi.
Quello che facevano i terapisti di un tempo, insomma.
Che posso dire?
In sé e per sé non è scritto male, è anche interessante nella spiegazione delle dinamiche, solo che non va incontro ai miei
gusti per due motivi.
Numero uno: imputare alla donna la riuscita o la disfatta di un
matrimonio. A casa mia se si è in due a fare qualcosa, la responsabilità della
riuscita di un rapporto è sempre cinquanta e cinquanta salvo casi eccezionali
(violenza domestica, tradimento...) dove uno dei due coniugi non ha altra possibilità
di scelta se non troncare il rapporto.
Numero due: non ho mai creduto e non crederò mai nel matrimonio, tanto
meno nella convivenza e nel “per sempre insieme, felici e contenti”.
Io credo nel “io a casa mia, tu a casa tua e ognuno felice per sé”.
Che siano etero o rainbow, per me le coppie sono tutte una forzatura.
Io sono dell’idea che una persona sta bene solo quando sta con se
stessa, senza essere costretta a cambiare e senza doversi sforzare di stare con
qualcun altro per tutta la vita.
Gli esseri umani non sono monogami, è meglio farsene una ragione.
(Ovviamente questa è la mia opinione, nessuno si senta offeso per ciò
che ho scritto.)