“I promessi sposi sono noiosissimi”. Quante volte avete letto o sentito questa frase? Tantissime.
Ma è poi vero?
No, certo che no!
Palloso è come ce li presentano a scuola, e questo vale un po’ per tutte le opere letterarie che affrontiamo quando studiamo: i professori non hanno entusiasmo, trattano i libri come se fossero frutta marcia, non ci mettono cuore.
Ma il Manzoni il cuore ce l’ha messo per scrivere il suo libro.
Ci ha messo cuore, anima e fiumi di inchiostro.
Palloso è come ce li presentano a scuola, e questo vale un po’ per tutte le opere letterarie che affrontiamo quando studiamo: i professori non hanno entusiasmo, trattano i libri come se fossero frutta marcia, non ci mettono cuore.
Ma il Manzoni il cuore ce l’ha messo per scrivere il suo libro.
Ci ha messo cuore, anima e fiumi di inchiostro.
Era prima il 1827, poi dopo “una bella lavata di panni in Arno”, il 1840, quando il libro vide la luce.
Il primo vero romanzo della storia moderna.
Là dove c’era ancora il feuiletton, là dove il libro veniva concepito soprattutto come una storia di formazione dai risvolti politici o amorosi, Manzoni tira fuori un vero romanzo.
Ne I promessi sposi c’è quasi tutto quello che troviamo in un libri moderno: protagonisti ben delineati, personaggi secondari, antagonisti di tutto rispetto, uno scenario verosimilmente storico, un incalzare di eventi che ci porta fino al gran finale.
E ci sono anche delle tecniche narrative che tuttora sono usate dagli autori: l’incipit con citazioni, il flashback, il narratore onnisciente, giusto per citarne qualcuna.
Per uno scrittore Manzoni è come Leonardo Da Vinci, un genio.
Il primo vero romanzo della storia moderna.
Là dove c’era ancora il feuiletton, là dove il libro veniva concepito soprattutto come una storia di formazione dai risvolti politici o amorosi, Manzoni tira fuori un vero romanzo.
Ne I promessi sposi c’è quasi tutto quello che troviamo in un libri moderno: protagonisti ben delineati, personaggi secondari, antagonisti di tutto rispetto, uno scenario verosimilmente storico, un incalzare di eventi che ci porta fino al gran finale.
E ci sono anche delle tecniche narrative che tuttora sono usate dagli autori: l’incipit con citazioni, il flashback, il narratore onnisciente, giusto per citarne qualcuna.
Per uno scrittore Manzoni è come Leonardo Da Vinci, un genio.
Ma pensate solo alla storia: due ragazzi che non hanno niente, se non il loro amore e la Fede in Dio, costretti a lottare contro tutto e tutti (persino contro la Peste che nel 1630 era impegnata nel suo secondo grande tour europeo) per riuscire a sposarsi.
Sposarsi, una cosa che oggi è semplicissima ma allora non lo era.
E se Renzo e Lucia vi sembrano banali, pensate allora a Fra Cristoforo che sceglie di servire Dio per espiare le colpe del passato, alla Monaca di Monza per la cui storia Manzoni si ispirò a una giovane sventurata realmente esistita, o all’Innominato che si riscatta dal male trovando Dio.
O ancora pensate al Griso, il simbolo del tradimento, o a Don Abbondio, l’esempio della viltà che ancora oggi affligge il mondo (e che in uno sceneggiato Rai era stato interpretato dal grande Alberto Sordi).
E la piccola Cecilia, falciata dalla peste e pianta persino dai monatti?
È impossibile restare indifferenti.
Sposarsi, una cosa che oggi è semplicissima ma allora non lo era.
E se Renzo e Lucia vi sembrano banali, pensate allora a Fra Cristoforo che sceglie di servire Dio per espiare le colpe del passato, alla Monaca di Monza per la cui storia Manzoni si ispirò a una giovane sventurata realmente esistita, o all’Innominato che si riscatta dal male trovando Dio.
O ancora pensate al Griso, il simbolo del tradimento, o a Don Abbondio, l’esempio della viltà che ancora oggi affligge il mondo (e che in uno sceneggiato Rai era stato interpretato dal grande Alberto Sordi).
E la piccola Cecilia, falciata dalla peste e pianta persino dai monatti?
È impossibile restare indifferenti.
Faccio mie le parole di Umberto Eco, quando disse:
“Molti pensano che I promessi sposi sia noioso perché sono stati obbligati a leggerlo a scuola verso in quattordici anni, e tutte le cose che facciamo perché siamo obbligati sono delle gran rotture di scatole.[…] Ma vi assicuro che il libro è appassionante. Non so se oggi a scuola lo fanno ancora leggere; se avrete la fortuna di non doverlo studiare, quando sarete grandi provate a leggerlo per conto vostro. Ne vale la pena.”
“Molti pensano che I promessi sposi sia noioso perché sono stati obbligati a leggerlo a scuola verso in quattordici anni, e tutte le cose che facciamo perché siamo obbligati sono delle gran rotture di scatole.[…] Ma vi assicuro che il libro è appassionante. Non so se oggi a scuola lo fanno ancora leggere; se avrete la fortuna di non doverlo studiare, quando sarete grandi provate a leggerlo per conto vostro. Ne vale la pena.”