Lo scrittore è il perfetto menzognero: scrive bugie e riesce a farti credere che siano vere.

23/04/16

Giornata mondiale del libro: leggete!

 
Leggere fa bene. Ce lo sentiamo ripetere da tempi lontani, come un mantra, ma ora la conferma arriva anche dal mondo scientifico e da quella "mecca" della ricerca, in tutti i campi, che è l'Università di Stanford , in California. Qui un team di neurobiologi, guidato da Natalie Phillips, ha accertato che la lettura apporta notevoli benefici al cervello. E la dimostrazione è stata fatta chiedendo ad un gruppo di studenti di letteratura di leggere un romanzo di Jane Austin.

Lo studio è partito con l'obiettivo di scoprire la relazione tra lettura, attenzione e distrazioni, e i loro effetti sull'attività cerebrale, e vi hanno partecipato esperti di neurobiologia, radiologi e studenti di materie umanistiche. Proprio ai "lettori-cavie" è stato chiesto di leggere brani di un romanzo della scrittrice britannica, Jane Austin (Mansfield Park). Il tutto mentre erano sottoposti a risonanza magnetica, all'interno dell'apposita macchina. Il risultato è che il flusso sanguigno al cervello durante la lettura risultava di molto aumentato.

L'esperimento è stato condotto in due modalità differenti. Ai soggetti all'interno della macchina per la risonanza e' stato prima chiesto di leggere lentamente, poi si ripetere la lettura dello stesso brano con maggiore concentrazione, come se dovessero preparare una tesi di laurea. Il risultato, però, è stato lo stesso.
La vera sorpresa per i ricercatori non è stata tanto che al cervello affluisse una maggior quantità di sangue, quanto che fosse destinata a quella parte impegnata solitamente in "funzioni di esecuzione", ovvero attività che richiedono una maggiore attenzione per portare a termine un compito. Per Phillips, leggere anche solo un romanzo "richiede la coordinazione di funzioni cognitive complesse e multiple".

Insomma, anche un romanzo, pur rilassando e dando l'impressione di "svagare la mente", in realtà la impegna e non poco. Come dichiarato dalla stessa Phillips, che è assistente professore di Inglese alla Michigan State University, uno degli obiettivi principali della ricerca è quello di investigare il valore degli studi di letteratura.
L'esperimento di Stanford si annuncia come molto interessante anche nell'ambito degli studi sui problemi di deficit di attenzione o della sindrome AHDH, che riguarda soprattutto i bambini iperattivi e con difficoltà a mantenere costante l'attenzione. Insomma: leggere fa bene al cervello, a prescindere dalle finalità per le quali ci si accosta a libri o saggi. Gli amanti delle pagine da sfogliare hanno di che gongolare.