Ieri mi sono costretta a non lavorare,
cosa alquanto difficile per uno scrittore, e mi sono recata a Palazzo Reale per
visitare la mostra di Rubens dal nome promettente e altisonante “Rubens e la
nascita del Barocco”.
Chi di voi, amici lettori, sa dire con
esattezza cosa sia il Barocco?
Niente nozioni scolastiche, mi
raccomando!
Io, lo ammetto senza vergogna, non
sapevo dire fino a ieri cosa fosse il Barocco e questo grazie ai pessimi
docente di Arte che hanno costellato la mia formazione scolastica.
Come recita un vecchio adagio: ho
imparato sempre nella mia vita, eccetto quando sono andato a scuola.
Niente di più vero: dopo che per anni ti
propinano sentenze come “il Barocco si posiziona fra il Rinascimento e il
Rococò ma non c’è niente da dire se non che era tutto una ripetizione del movimento
precedente”, cosa potevo aspettarmi?
Perciò ho messo piede a Palazzo Reale
con un po’ di sana titubanza e invece mi si è aperto un mondo, un moto tale che
mi spinge a riscoprire il Barocco (cosa che farò al più presto, appena
revisioni e stesure mi concederanno un attimo di fiato!).
Grazie al geniale Rubens, il maestro di
Anversa che tanto operò in Italia e in Europa, ho scoperto che il Barocco non è
la palla al piede che cercano di propinarti ma è qualcosa di spiazzante e pieno
di commovente, struggente e crudele bellezza.
Per descriverlo con tre aggettivi, il
Barocco è: esagerazione, trasgressione, opulenza.
Santi come eroi, pennelli pieni di
rabbia e amore, visi che parlano, gente comune che entra nello spazio delle
opere e ne diventa protagonista, colore, ricchezza.
Il Barocco è questo e altro.
Per darvene un’idea voglio mostrarvi le
opere che più mi hanno colpito dell’autore, assieme a due opere contemporanee
con lo stesso tema, al fine di farvi vedere quanto Barocco c’è ancora ai giorni
nostri.
(Rapimento di Ganimede di Rubens - immagine dal web)
(Conseguenze della Guerra di Rubens - immagine dal web)
(War and Peace di Brian Lorimer - immagine dal web)