Lo scrittore è il perfetto menzognero: scrive bugie e riesce a farti credere che siano vere.

26/02/20

"Noi uomini in generale, siamo un po' da compatire."


“In principio dunque, non peste, assolutamente no, per nessun conto: proibito anche di proferire il vocabolo.
Poi, febbri pestilenziali: l'idea s'ammette per isbieco in un aggettivo.
Poi, non vera peste, vale a dire peste sì, ma in un certo senso; non peste proprio, ma una cosa alla quale non si sa trovare un altro nome. Finalmente, peste senza dubbio, e senza contrasto: ma già ci s'è attaccata un'altra idea, l'idea del venefizio e del malefizio, la quale altera e confonde l'idea espressa dalla parola che non si può più mandare indietro.
Non è, credo, necessario d'esser molto versato nella storia dell'idee e delle parole, per vedere che molte hanno fatto un simil corso.
Per grazia del cielo, che non sono molte quelle d'una tal sorte, e d'una tale importanza, e che conquistino la loro evidenza a un tal prezzo, e alle quali si possano attaccare accessori d'un tal genere. Si potrebbe però, tanto nelle cose piccole, come nelle grandi, evitare, in gran parte, quel corso così lungo e così storto, prendendo il metodo proposto da tanto tempo, d'osservare, ascoltare, paragonare, pensare, prima di parlare.
Ma parlare, questa cosa così sola, è talmente più facile di tutte quell'altre insieme, che anche noi, dico noi uomini in generale, siamo un po' da compatire.”

Tutto quello che c’è da dire dire sul coronavirus lo scrisse Manzoni nei suoi Promessi Sposi (capitolo XXXI).
Ne uccidono più l’ignoranza, la paura e la psicosi che il virus in sé.
Decisamente certe persone sono da compatire, oltre che da biasimare.