Lo scrittore è il perfetto menzognero: scrive bugie e riesce a farti credere che siano vere.

10/01/21

Rivalutiamo l'Eneide!

Molti italiani sono esterofili, anche nella letteratura classica.
Infatti tantissime volte sento dire che l’Iliade e l’Odissea sono migliori dell’Eneide, ma io personalmente non condivido quest’opinione.
Per me sono tre poemi, scritti da artisti diversi (ebbene sì, non sono una sostenitrice del fatto che Iliade e Odissea siano entrambe frutto del presunto poeta cieco Omero) con intenti differenti e tutti e tre belli a modo loro.

Non amo quindi che si dica che l’Eneide è una scopiazzatura delle opere precedenti e che Virgilio era un poeta da quattro soldi buono solo a leccare i calzari di Augusto.
No, non è così.
Virgilio era un artista di quelli che si erano fatti le ossa durante la guerra civile, uno che aveva visto la morte in faccia e che era stato tanto bravo da prenderla per il naso e fuggirle più di una volta.
È stato un innovatore della poetica latina, un rivoluzionario dei suoi tempi pareggiato solo da Orazio.

Certo, il poema è comunque propagandistico, ma credete forse che l’Iliade e l’Odissea non lo siano stati a loro modo?
Lo sono stati e sono poemi “vincenti” in quanto sfruttano temi e personaggi già positivi all’epoca.
Quanto è facile, infatti, stare dalla parte degli atridi e dei loro compagni d’armi, prediligere Achille ad Ettore, sentirsi valorosi come Odisseo (e intanto Penelope aspetta...) e piangere per la morte di Patroclo.
Tanto è stato Paride che ha rapito Elena (ma quale Elena, quella vera o l’Elena della mente che non esiste perché rappresenta i desideri irrealizzabili?), no?
Quindi viva la Grecia e abbasso Troia.

Troppo facile!
Io sto con Enea perché non è un vincente.
No, Enea è uno sfigato come Jean Valjean, è uno che per riscattarsi deve sudare sette camicie, deve rimettersi in discussione, lasciare la propria terra e andare verso l’ignoto.
Enea il principe dei Dardani, quello che non voleva fare la guerra ma che non fu ascoltato, il vedovo con un padre cieco e un figlio imberbe a cui pensare, colui che si è caricato sulle proprie spalle il fardello di un popolo distrutto senza patria e senza speranza.
Enea che commette delle ca***te belle e buone, come quella di mettersi con Didone e piantarla in asso senza una spiegazione.
È un eroe umanissimo dai cui discendenti nasceranno Romolo e Remo.
Non è cosa da poco.

Pensateci bene: i Greci hanno vinto la guerra e in cambio hanno avuto morte e distruzione.
I Troiani l’hanno persa e hanno fondato Roma.
Chi ha vinto, alla fine?

Nota finale: Virgilio vince due volte su Omero. Infatti fa anche da guida a Dante nella Divina Commedia!

 (Enea ferito, seconda metà del I sec. d.C. Napoli, Museo Archeologico nazionale)

12 commenti:

fulvio ha detto...

Ciao, non sono un esterofilo ma a volte la mia preferenza va allo straniero. Sono, stato costretto, come molti, alla lettura del, per me, noiosissimo I promessi sposi, dove ho scoperto, gaudio magno, cosa sono i capponi. Avrei preferito di gran lunga il meraviglioso viaggio interiore del Capitano Achab. Tra il mito di Omero parteggio per il realmente vissuto Vigilio, ma il mio amore va a l'innarivabile Orazio.
Ciao fulvio

Gus O. ha detto...

«Cedite Romani scriptores, cedite Grai:
Nescio quid maius nascitur Iliade.»

(IT)
«Fatevi da parte, scrittori romani, e anche voi, greci:
sta nascendo qualcosa di più grande dell'Iliade.»

(Properzio, Elegie, II, 34, 65-66[1])


Abbraccio Francesca.

Francesco Abate ha detto...

Bellissimo post, mi hai fatto venire voglia di leggere l'Eneide.
Devo dire che la tua lettura di Enea in contrapposizione agli eroi invincibili greci mi piace e mi incuriosisce.

Un abbraccio.

Lucrezia Ruggeri ha detto...

Un modo insolito e molto interessante di vedere l'Eneide, un'opera che non viene mai valutata nel modo giusto e che in fondo rappresenta le nostre radici.
Baci!

Francesca A. Vanni ha detto...

@Fulvio
Ma chi lo dice che I Promessi Sposi sono pallosi?
È noioso come li presentano a scuola, ma il romanzo in sé è spettacolare. Da quel libro è venuto fuori un buon 80% di come si scrive un romanzo, basta pensare questo per restare a bocca aperta.
Manzoni inventava il flashback, gli altri erano ancora attaccati al tram.
Detto questo, un autore va bene se ci piace: basta non scartarlo solo perché è un compatriota.
Ti abbraccio.

Francesca A. Vanni ha detto...

@Gus O.
Con Properzio hai fatto decisamente centro.
Ti abbraccio.

Francesca A. Vanni ha detto...

@Francesco Abate
Se leggerai l'Eneide, sarò contenta di discuterne con te sul tuo blog.
Ti abbraccio.

Francesca A. Vanni ha detto...

@Lucrezia Ruggeri
Grazie a te per l'entusiasmo.
Ti abbraccio.

Melinda Santilli ha detto...

Che gli italiani siano esterofili posso assicurarlo anche io: sai qui nel Regno Unito quanti ce ne sono che si fingono inglesi pur di non farsi riconoscere come italiani!
Detto ciò, Enea penso che sia un personaggio molto sottovalutato.
Tutto il nostro epos latino, a dire il vero, viene sempre messo da parte ed è un peccato perché anche noi siamo possessori di una mitologia molto bella.
Ciao bella!

Francesca A. Vanni ha detto...

@Melinda Santilli
Sì, purtroppo molta della nostra bella letteratura antica (e anche del nostro epos) viene sempre denigrata credendo che sia meglio l'estero.
Che spreco!
Buona domenica e un abbraccio.

Olivia Hessen ha detto...

I poemi non mi fanno proprio impazzire, anche se ci hanno regalato personaggi e momenti straordinari.
Mi piace molto questo tuo punto di vista su Enea, in effetti il suo possiamo definirlo un riscatto dei vinti.
Baci!

Francesca A. Vanni ha detto...

@Olivia Hessen
Il poema non è un genere facile da affrontare, capisco che non ti piaccia molto.
Grazie per il commento, ti abbraccio.