L’articolo, dello scrittore Mario Pacchiarotti, riguardava l’incapacità
di alcune persone di saper leggere.
Già perché fra leggere e saper leggere c’è una bella differenza e non
sempre viene concepita.
In particolare mi ha colpito questo passaggio che cito qui:
“[…] mi sono convinto che la gente non legge perché non trova la cosa
divertente, e spesso non si diverte perché non capisce quello che legge, non
abbastanza da divertirsi. Insomma, per dirla più in breve: la gente non
legge perché non sa leggere.
No, non è una provocazione, purtroppo è la pura verità. Non sto dicendo
che le persone non siano in grado di leggere un testo semplice, di dominare
quel livello basilare che permette loro di vivere, sto affermando che un
numero rilevante, se non maggioritario, delle persone in questo paese non ha le
capacità di godersi un libro scritto con un minimo di arguzia.
Sto dicendo che un giallo dagli intrecci complessi non è alla portata
di tutti. Che un libro che abilmente sfrutti più livelli di lettura non sarà
compreso nella sua interezza. Uno storico che ha alle spalle giorni e mesi di
ricerca sarà apprezzato quanto quello che si inventa di sana pianta un’arma
improbabile o colloca un personaggio in un ambiente estraneo o in un periodo
errato. Un libro che utilizzi un linguaggio ricco e ricercato per scelta sarà
abbandonato dopo poche pagine. Un racconto intriso di ironia sarà preso sul
serio, frainteso e forse persino disprezzato. [...]
Un effetto collaterale di questa problematica è che anche molti lettori
si trovano in situazioni intermedie e dunque privilegiano letture basilari,
senza sottigliezze, tecnicamente povere, dove l’emozione gioca un ruolo
dominante rispetto alla tecnica narrativa.”
Da scrittrice (e lettrice) non posso che trovarmi d’accordo con questo
articolo, dato il sempre più crescente numero di persone che non leggono libri
o se li leggono si lasciano influenzare dal numero di pagine (più breve è,
meglio è, per intenderci) o da quanta “emozione” o “sesso” sia presente nel libro
a discapito magari di un’ottima narrazione.
Voi lettori cosa ne pensate?