Prima di leggere questo post vi invito a leggere la recensione che la brava autrice Roberta De Tomi (di cui vi ho già parlato in questo blog) ha fatto del mio ultimo romanzo Florentia.
È successo anche a me.
Hanno piratato alcune delle mie opere, ovviamente senza il mio permesso (vi spiegherò dopo perché lo scrivo) e le hanno piazzate su uno di quei siti online dove mettono di tutto, dai libri ai film alla musica persino ai giornali, solo per il gusto di rubare.
Prima reazione, la rabbia.
Tu, stupido idiota che hai piratato i miei libri, come ti sei permesso?
Lo sai che rubare è sbagliato?
Hai presente che il lavoro degli altri si deve rispettare? Eh sì, perché anche scrivere un libro è un lavoro ed è un tipo di lavoro “espanso” perché a sua volta dà lavoro ad altre persone, dai revisori agli illustratori agli editori e così via.
E tu che hai pensato bene di rubare i miei libri, scommetto che lo fai anche con altri autori e che non ti fermi di fronte a un nome altisonante, né davanti a una casa editrice potente.
E ogni volta che lo fai non solo dimostri di non possedere alcun rispetto verso l’altrui lavoro, ma crei anche delle falle economiche non indifferenti all’interno di un sistema che è già in crisi.
Complimenti, grazie alla tua ladroneria contribuisci a mandare in malora il Paese.
Seconda reazione, l’iter per denunciare l’atto di pirateria.
Ci sono dei passi precisi da fare, e li spiega benissimo la mia amica bookblogger Morgana in questo post che vi invito a leggere.
Io li ho fatti tutti, eccetto l’ultimo perché purtroppo per me non so chi sia il proprietario del sito che ha pubblicato i miei libri rubati né dove abiti.
Volete sapere qual è la parte più divertente?
La difficoltà a ottenere un risultato concreto.
Per un hosting che rimuove il tuo libro piratato, ce ne sono almeno tre che se ne fregano e uno di questi è Easybytez (tanto per fare un nome).
Il sito stesso che mette in giro le tue opere rubate se ne frega, per quanto tu segnali miliardi volte la violazione di copyright attraverso il modulo DMCA come impone la Legge.
La casa editrice non può fare più di tanto.
La Postale ti dice che devi portare pazienza.
E per chiudere in bellezza, c’è anche gente che ti dice che devi essere felice se ti hanno rubato il tuo lavoro perché vuol dire che piace alla gente e che presto guadagnerai di più.
Non commento su questa frase, il mio blog è sempre stato contro il turpiloquio ma lascio alla vostra immaginazione cosa può essere uscito dalle mie labbra.
Al danno poi si aggiunge la beffa, perché nel corso delle varie denunce devi anche dichiarare che tu non hai dato il permesso per farti rubare il libro e devi giurare, rischio pena giudiziaria, di non essere mai stato d’accordo con il furto.
Dire che ti senti un po’ preso in giro è riduttivo.
Chi è così stupido da essere d’accordo nel farsi piratare il proprio lavoro (con conseguente perdita dei guadagni)?
Per lo meno, l’unica scarsa consolazione, mi hanno detto qual è il negozio compartecipe della pirateria editoriale.
È Amazon, che durante la conversione del libro in formato Kindle priva l’opera dei DRM (che sono le protezioni digitali) e la mette in commercio alla mercé dei pirati digitali.
È questo il motivo per cui da adesso in poi i miei libri non saranno più in vendita su Amazon.
Se volete sapere in quali altri negozi potete trovare le versione dei miei libri compatibili con il Kindle reader, leggete qui oppure andate sul mio sito.
E per concludere, ci tengo a fare un’ultima osservazione che nulla ha a che vedere con la pirateria ma che ritengo lo stesso importante per fare il punto della situazione: forse non tutti lo sapete (anche se l’ho annunciato con l’uscita del mio ultimo romanzo) ma ho deciso di seguire una politica green per la quale i miei libri non saranno più pubblicati in versione cartacea.
Ho ricevuto diverse critiche, non positive, e questo non mi è piaciuto.
I libri digitali non hanno nulla di inferiore rispetto a un libro cartaceo (anzi usando a dovere un e-reader si possono anche fare approfondimenti, scrivere note e tante altre cose molto interessanti), un’e-reader non è lo strumento del demonio.
Leggere non è collegato al contatto con la carta.
Leggere non significa abbattere alberi o riciclare la carta, con tutti i danni ambientali correlati. Se vorrete continuare a leggere i miei libri anche in versione digitale, molto bene, altrimenti amici come prima.
Hanno piratato alcune delle mie opere, ovviamente senza il mio permesso (vi spiegherò dopo perché lo scrivo) e le hanno piazzate su uno di quei siti online dove mettono di tutto, dai libri ai film alla musica persino ai giornali, solo per il gusto di rubare.
Prima reazione, la rabbia.
Tu, stupido idiota che hai piratato i miei libri, come ti sei permesso?
Lo sai che rubare è sbagliato?
Hai presente che il lavoro degli altri si deve rispettare? Eh sì, perché anche scrivere un libro è un lavoro ed è un tipo di lavoro “espanso” perché a sua volta dà lavoro ad altre persone, dai revisori agli illustratori agli editori e così via.
E tu che hai pensato bene di rubare i miei libri, scommetto che lo fai anche con altri autori e che non ti fermi di fronte a un nome altisonante, né davanti a una casa editrice potente.
E ogni volta che lo fai non solo dimostri di non possedere alcun rispetto verso l’altrui lavoro, ma crei anche delle falle economiche non indifferenti all’interno di un sistema che è già in crisi.
Complimenti, grazie alla tua ladroneria contribuisci a mandare in malora il Paese.
Seconda reazione, l’iter per denunciare l’atto di pirateria.
Ci sono dei passi precisi da fare, e li spiega benissimo la mia amica bookblogger Morgana in questo post che vi invito a leggere.
Io li ho fatti tutti, eccetto l’ultimo perché purtroppo per me non so chi sia il proprietario del sito che ha pubblicato i miei libri rubati né dove abiti.
Volete sapere qual è la parte più divertente?
La difficoltà a ottenere un risultato concreto.
Per un hosting che rimuove il tuo libro piratato, ce ne sono almeno tre che se ne fregano e uno di questi è Easybytez (tanto per fare un nome).
Il sito stesso che mette in giro le tue opere rubate se ne frega, per quanto tu segnali miliardi volte la violazione di copyright attraverso il modulo DMCA come impone la Legge.
La casa editrice non può fare più di tanto.
La Postale ti dice che devi portare pazienza.
E per chiudere in bellezza, c’è anche gente che ti dice che devi essere felice se ti hanno rubato il tuo lavoro perché vuol dire che piace alla gente e che presto guadagnerai di più.
Non commento su questa frase, il mio blog è sempre stato contro il turpiloquio ma lascio alla vostra immaginazione cosa può essere uscito dalle mie labbra.
Al danno poi si aggiunge la beffa, perché nel corso delle varie denunce devi anche dichiarare che tu non hai dato il permesso per farti rubare il libro e devi giurare, rischio pena giudiziaria, di non essere mai stato d’accordo con il furto.
Dire che ti senti un po’ preso in giro è riduttivo.
Chi è così stupido da essere d’accordo nel farsi piratare il proprio lavoro (con conseguente perdita dei guadagni)?
Per lo meno, l’unica scarsa consolazione, mi hanno detto qual è il negozio compartecipe della pirateria editoriale.
È Amazon, che durante la conversione del libro in formato Kindle priva l’opera dei DRM (che sono le protezioni digitali) e la mette in commercio alla mercé dei pirati digitali.
È questo il motivo per cui da adesso in poi i miei libri non saranno più in vendita su Amazon.
Se volete sapere in quali altri negozi potete trovare le versione dei miei libri compatibili con il Kindle reader, leggete qui oppure andate sul mio sito.
E per concludere, ci tengo a fare un’ultima osservazione che nulla ha a che vedere con la pirateria ma che ritengo lo stesso importante per fare il punto della situazione: forse non tutti lo sapete (anche se l’ho annunciato con l’uscita del mio ultimo romanzo) ma ho deciso di seguire una politica green per la quale i miei libri non saranno più pubblicati in versione cartacea.
Ho ricevuto diverse critiche, non positive, e questo non mi è piaciuto.
I libri digitali non hanno nulla di inferiore rispetto a un libro cartaceo (anzi usando a dovere un e-reader si possono anche fare approfondimenti, scrivere note e tante altre cose molto interessanti), un’e-reader non è lo strumento del demonio.
Leggere non è collegato al contatto con la carta.
Leggere non significa abbattere alberi o riciclare la carta, con tutti i danni ambientali correlati. Se vorrete continuare a leggere i miei libri anche in versione digitale, molto bene, altrimenti amici come prima.