Lo scrittore è il perfetto menzognero: scrive bugie e riesce a farti credere che siano vere.

03/03/25

Ode al revisore

Ogni scrittore ha il suo revisore (o i suoi  revisori, dipende dai casi).
Sembra una questione semplice, vista da chi non è del settore, ma in realtà non lo è.
Scegliere un revisore non è affatto facile: occorre infatti che questi sia una persona di cui fidarsi al mille per cento, che sia giudizioso, sincero e anche severo.

Revisionare un libro è una questione delicata.
Occorre fare i conti con lo scrittore, il suo ego, l’ego stesso del revisore e con tutta una serie di particolari tecnici come errori grammaticali (assolutamente da correggere), refusi (che possono scappare, anche se sarebbe sempre meglio evitarli), “come suona la frase”, uso dei verbi, sintassi del periodo, bilanciamento delle diverse parti narrative, gestione dei personaggi.
Insomma ogni volta è un parto.

Eppure il revisore è lì.
Si impegna, segnala, sottolinea, corregge, propone, discute.
Imperituro, anche quando magari l’autore vorrebbe mandarlo a quel paese.
E quando il libro vede la luce, il merito è tanto dello scrittore quanto del revisore.
Hanno sudato insieme sette camicie, ce l’hanno fatta.

Per questo motivo volevo dire a tutti gli autori e ai lettori di ricordarsi dell’esistenza del revisore.
Se un libro vi è piaciuto, vi ha emozionato ed è scritto bene è anche merito suo.
Non dimenticatelo.