Lo scrittore è il perfetto menzognero: scrive bugie e riesce a farti credere che siano vere.

30/12/23

Il qui e ora, ovvero...

“Che ne pensi della storia del pandoro?”
Ecco come mi hanno apostrofata in farmacia, mentre ero pronta ad acquistare (con “estrema” gioia) una confezione di antibiotico.
Lì per lì ero pronta a rispondere che il pandoro, se ben ricordo, è di Verona e il suo nome deriva dall’uso non troppo parco di uova e burro che lo rendono buonissimo.
Poi mi hanno spiegato a cosa faceva riferimento la domanda.

Io vivo fuori dal mondo, lo ammetto, la maggior parte delle volte non sono a conoscenza di svariate notizie.
C’è gente che ha un orgasmo guardando i reality show, io ce l’ho se leggo un libro di Alessandro Barbero, tanto per intenderci.
In particolar modo sono fuori dal mondo se certe notizie riguardano dei minus habens.
No, scusate, forse dovevo dire degli influencer.
Per me gli influencer sono l’esempio lampante della società liquida di Bauman, del famoso quarto d’ora di celebrità profetizzato da Warhol.
Sono il peggio del peggio della feccia sociale, gente che guadagna soldi cercando di influenzare persone (pecore) incapaci di pensare con la loro testa.

Detto questo, mi è stato chiesto cosa pensavo del caso dei pandori e ho risposto che ci penseranno le autorità competenti.
E da lì un’altra domanda: ma ti sembra che una sola azione possa compromettere tutto ciò che è stato fatto prima?

Beh, qui si passa sul piano etico filosofico, a casa mia praticamente.
La risposta è sì, senza dubbio alcuno.
Io non credo che basta una buona azione per cancellarne mille sbagliate, semmai ne basta una scorretta per cancellare qualsiasi altra azione ritenuta buona.
Esempio più lampante: c’era un uomo, negli anni Settanta, che viveva negli USA, era amico di una giornalista di nome Anne Rule e lavorava come volontario in un centro antiviolenza per le donne.
Un angelo, in teoria.
Peccato che il suo nome era Ted Bundy.

Faccio un altro esempio dal momento che, come ha detto una persona che stimo molto, nel 2023 sono saltati i tappi e non si ha più voglia di tacere.
Nel 2018 io, il mio blog, la mia attività di scrittrice e ciò che ne consegue è stato bersaglio di alcune “meravigliose” persone che hanno provato a rovinarmi con minacce, sputtanamenti, illazioni inesistenti e calunnie, ma non ci sono riuscite.
Molti blogger avevano seguito queste menti perverse come i topi con il famoso pifferaio di Hamelin, provvedendo ad aumentare a comando le denigrazioni nei miei confronti.
Salvo poi che qualcuno di questi furbetti ha pensato bene di ripresentarsi su questo blog l’anno successivo il fattaccio, con scuse patetiche come “non avevo capito che si parlava di te” oppure fingendo che non fosse successo niente.
Pensate che li abbia accolti a braccia aperte?
No, li ho presi a calci nel sedere, li ho segnalati a chi di dovere e li ho bloccati.
Per me sono come morti e no, non gli auguro alcun bene ma solo una vita talmente lunga e “felice” da desiderare di lasciare questo mondo il più in fretta possibile.

Perché non perdono?
Semplice, perché non se lo meritano.
Il qui e ora determina un’intera vita.
Il gesto, l’azione, il pensiero espresso in un momento, se è lesivo, violento, scorretto, sbagliato, pesa su tutto quello che è stato fatto in passato e rende marcio ciò che si farà nel futuro in quanto sarà sempre falso.
È etica, nella più spietata delle sue forme.
Riprendendo un concetto cardine della fisica, a ogni azione corrisponde una reazione.

Se qualcuno fa del male, se si comporta come una persona vile e meschina, se (come nel caso dei pandori) gioca con i bambini malati di cancro e le loro famiglie e si tiene i soldi che doveva devolvere in beneficenza, fa schifo e la sua esistenza non vale nemmeno un foglio di carta igienica usato.
E per quanto proverà a fingersi contrito, a redimersi o, peggio, a fingersi la vittima della situazione, questo genere di individuo sappia che non servirà a niente: il tanfo delle sue azioni non se lo leverà mai di dosso.



26 commenti:

Gus O. ha detto...

La cattiva azione rende colpevole chi la fa e non chi la riceve.
Tu seguita a scrivere e ignorare le persone sciocche.
Ti abbraccio.

Giovanni ha detto...

Bel post, forse è giusto dire determinate cosa in momenti come questi "crediamo in giorni festivi natalizi di essere più buoni"
Quel Hai Capito? dopo il post è come ricevere un pugno nello stomaco.
Tanti auguri di un buon nuovo anno 2024 che sia Sereno e decisamente con qualche sorriso.

Olivia Hessen ha detto...

Mi sono informata, perché in Spagna non ha avuto tutta questa eco la storia del Pandoro truffa...
Ho visto che in realtà è una questione più estesa, uno schifo!
E chi si fida più, adesso, a fare donazioni?
Buon 2024, senza finalmente più sassi nelle scarpe!

decliviodomani ha detto...

Beh, posso dirti che sono distante chilometri da queste storie! Per quanto mi riguarda tutto il mondo online per me è inviare email, di tanto in tanto il blog, qualche ascolto musicale, alcune ricerche mirate e le mie partite a scacchi contro il PC.

Non sono per i "like" o per altre cose del genere.

Passo per gli auguri per un nuovo anno migliore di quello che sta per finire! Oggi più che mai ne abbiamo bisogno.
Un salutone e al nuovo anno

Marco Cicero Avvocato ha detto...

La cosa veramente peggiore è che ci sono persone che difendono a spada tratta la Ferragni e la Balocco.
È la riprova che in Italia e nel resto del mondo le cose non funzionano, non c'è una vera giustizia.
Come la vicenda che ti riguarda e che ho seguito da vicino.
Purtroppo quella gente doveva finire in galera, ma non è successo perché si premiano sempre i criminali.
Buon anno!

Francesca A. Vanni ha detto...

@Gus O.
Quella gente è storia dimenticata, non temere.
Ho te e gli amici blogger, i libri e la mia famiglia.
Ti abbraccio.

Francesca A. Vanni ha detto...

@Giovanni
Era un effetto voluto, credimi.
Volevo un post duro, che colpisse, anche perché di fronte a certe cose come quelle che ha fatto Chiara Ferragni (o quello che mi è capitato) non si può stare indifferenti.
Ti abbraccio.

Francesca A. Vanni ha detto...

@Olivia Hessen
Io mi appoggio ad associazioni che conosco, come Frate Indovino.
Non smettere mai di credere che al mondo c'è gente buona, non far sì che persone abbiette oscurino il tuo cuore.
Ti abbraccio.

Francesca A. Vanni ha detto...

@decliviodomani
Per me la rete è in parte lavoro e in parte curare questo blog dove, grazie a persone sensibili come te e chi mi segue, riesco a trovare un po' di serenità e anche tanti sorrisi.
Quelle persone che mi hanno preso di mira sono un ricordo, ormai, non temere.
Ti abbraccio.

Francesca A. Vanni ha detto...

@Marco Cicero Avvocato
Direi che hai esaminato la vicenda in modo perfetto.
Purtroppo questa laida tendenza a giustificare chi commette crimini è sparsa a macchia d'olio.
Ti abbraccio.

Lucrezia Ruggeri ha detto...

Le cattive azioni riflettono un'anima sporca.
La Ferragni è l'esempio di tantissime persone ipocrite che vogliono essere elogiate per il finto bene che fanno, ma che in realtà sono delle merdacce.
Come quelle persone cui hai accennato. Me lo ricordo, per esempio, il signor F. che con una faccia di c**o immensa era venuto a commentare sul tuo blog...
Lasciamoli perdere, sono gente squallida.
Buon anno!

Iuri Vit ha detto...

In genere non sono così assoluto. Più spesso me ne frego e che ognuno faccia ciò che gli pare. Nel caso specifico però non credo che si tratti della singola azione, ma dell'essenza stessa di certi personaggi. Falsi, fuori dal mondo reale, capaci solo di spingere la propria immagine, finisce sempre che ragionano in funzione del filtro di Instagram. Non è stata una cattiva azione a rovinare tutte le buone. Non ce ne sono proprio di buone da salvare.

Francesca A. Vanni ha detto...

@Iuri Vit
Il discorso del peso delle azioni va, logicamente, al di là dello specifico caso Ferragni: per me gente come la Ferragni è da buttare nel fuoco a prescindere.
E anche le persone a cui mi riferisco nel resto del post.
Ti abbraccio.

Francesca A. Vanni ha detto...

@Lucrezia Ruggeri
È tutto nella tua prima frase: le cattive azioni riflettono un'anima sporca.
Me lo ricordo bene, il signor F. B., che prima se la rideva alla grande con il blogger "minorenne" e la sua amica "finto giornalista dei poveracci" ma poi, quando la "finto giornalista" l'ha accusato di molestie mai avvenute e tutti i suoi leccaculo si sonoscagliati contro di lui, allora ha capito la gravità di quello che era stato fatto a me e ha cercato di tornare con la coda fra le gambe.
Logicamente se n'è andato a quel paese e ben gli sta, così la prossima volta impara che una cattiva azione ha solo pessime conseguenze.
Ti abbraccio.

Melinda Santilli ha detto...

La Ferragni è il classico esempio del mondo di oggi: gente che fa volontariamente del male, pensando di passare impunita.
Come quei due dementi che pensavano di combinare chissà cosa e oggi sono più patetici che mai.
Lasciamoli nel dimenticatoio.
Baci!

Francesca A. Vanni ha detto...

@Melinda Santilli
Quoto al cento per cento!!!

Anonimo ha detto...

Finalmente ho trovato il coraggio di denunciare anche io quei due, dopo tutto quello che mi hanno fatto.
Due buffoni, due persone falsissime, come la Ferragni.
Ciao, Stefania

Anonimo ha detto...

L 'influencer viene sostenuta da tante persone purtroppo , altrimenti non avrebbe avuto modo di arrivare a tanto.Le scelte sbagliate degli altri in qualche modo arrivano a colpire tanti,troppi forse ,ma le capacità individuali di saper scindere cosa è bene e cosa è male non devono e non possono essere manipolabili.

Per un certo verso cerco di comprendere questo suo scritto,ma nella seconda parte mi trovo distante anni luce dalla lex talionis.Una ferita se non viene medicata e chiusa sanguinerà sempre e non porterà nessun bene se non sofferenze.Le grandi guerre nascono nel piccolo,covando odio e rancori che non hanno nulla di positivo. Il perdono richiede una buona dose di umiltà da entrambe le parti,ma basterebbe anche una sola parte che ne sia consapevole che nel fare un passo indietro ,altri cento ne verranno fatti avanti.Ciao Francesca

Francesca A. Vanni ha detto...

@Stefania
Bravissima, basta lasciar correre!
Certi str***i devono capire che non sono i bulli del quartiere e che le loro azioni hanno delle conseguenze.
Ti abbraccio.

Francesca A. Vanni ha detto...

@Anonimo
Interessante questo conversare con te che non mostri nemmeno il tuo nome... non avere paura, qui non ti mangia nessuno.
Io non credo nel perdono per un semplice motivo: una volta che tu hai rovinato la vita di qualcuno, a che serve il perdono?
Se una donna viene stuprata, deve perdonare lo stupratore?
Se tuo figlio viene ucciso, perdoni il suo assassino?
Non giriamoci intorno, se una persona potesse manderebbe gente come questa al Creatore senza se e senza ma.
Il perdono è diventato molto ipocrita, di comodo dire.
Ti abbraccio, chiunque tu sia.

Anonimo ha detto...

Se avessi avuto paura di essere mangiata avrei evitato di lasciarti un commento:)

Ho accennato al perdono ,come risposta al tuo interrogativo.La vediamo in modo differente su certe dinamiche ,ma non per questo mi hai negato un commento ,e di questo già ti ringrazio.
Sai,io credo che in fondo ogni persona abbia del buono e del cattivo dentro di sé e sono su questa terra per fare esperienza e superare prove ,prove anche molto dure e difficili.Chi ci dice che io o te non abbiamo mai ferito qualcuno ,magari anche inconsapevolmente,come facciamo ad essere certe che qualcuno non abbia "perdonato"noi?Molte volte il perdono avviene senza andare a bussare o venir bussati alla nostra porta.Credo che sia la forma di perdono più nobile.Non ho mai trovato senso nelle generalizzazioni,ognuno di noi dentro di se conosce la verità quando inizia ad amare e a rispettarsi da sé.Hai fatto degli esempi estremi sul perdono ,ma ci stanno.

**Io non credo nel perdono per un semplice motivo: una volta che tu hai rovinato la vita di qualcuno, a che serve il perdono?

Ecco io non posso perdonare in questo caso ,se non conosco il senso più profondo dell'amore.. è quest'ultimo che mi fa capire il perché l'altro ha rovinato la vita a qualcuno!Riesci a cogliere il significato ,?...ma bisogna darsi tempo e non agire di istinto e con rabbia.Ci sarebbero tanti tentativi prima che si arrivi a far del male ...molte volte in certe persone manca l'ascolto ,il dialogo,la vicinanza di qualcuno che gli mostra l'effetto e l'affetto del bene e non quello del male.Non so se riesco a farmi capire.

Se una donna viene stuprata, deve perdonare lo stupratore?

Non c'è nessuna legge terrena o divina che ti obbliga a fare ciò che non senti di fare,ma c'è una legge terrena e una divina che ti indicano quello che non devi fare perché può procurarti conseguenze che poi devi assumerti,in un modo e/o nell'altro.
Lo stupratore ha commesso un delitto e pagherà lui stesso per questo ,te se riesci a perdonarlo non perdoni ovviamente l'azione ,il delitto ,ma ne puoi provare compassione per ciò di cui si e macchiato e da wui si apre la strada al perdono

Se tuo figlio viene ucciso, perdoni il suo assassino?

È anche questo un tuo esempio estremo che trova risposta identica alla precedente.

Adesso però preme a me una domanda ,con il dente per dente e occhio per occhio non ti sembra che vi sia un azione e reazione alla pari?

Proprio perché conosciamo l effetto di un male che alcune volte ci viene inflitto ,non dobbiamo perpetrarlo , altrimenti saremmo condannati alla stessa pena dell'altro .
Credo , onestamente che valga sempre la pena ascoltare la parte più buona di noi internamente , è wuella che può salvarci.

Non volevo farti nessun sermone credimi Francesca , è solo il mio modus vivendi..bellissimo direi .

Non mi firmo perché le mie parole rappresentano la mia identità ,me ne assumo sempre responsabilità .Ma mi firmerò comunque e ti do una stretta di mano ,sperando che tu scriva pagine che strappano i rancori,le incomprensioni e scriva di cose belle e che ti fanno star bene.Che senso ha continuare a ricordare vicende virtuali e reali che ti portano a star male se non a te e alle persone destinatarie!Grazie ,un abbraccio a te:)

Linda

Francesca A. Vanni ha detto...

@Linda
Che bel nome, come il titolo di un branomdi Battisti che ammiro molto.
Tranquilla, il tuo commento non è un sermone, non ci sono limiti ai pensieri e non siamo in dittatura: il mio pensiero non è un diktat, anzi lungi da me.

Il tuo modo di concepire l'amore come forma di perdono è bello e sono felice che funzioni per te.
Io sono dell'avviso del Dhammapada: devi fare di tutto affinché violenze e crimini non vengano commessi, ma se essi accadono non ci deve essere pietà in nome di chi è stato vittima del male compiuto.
La compassione, se usata male, fa più danni del male stesso.
Fra l'altro, se ricordo bene, lo dice anche il Vangelo.

Lo so, le nostre sono visioni radicalmente diverse e non conciliabili, ma non per questo significa che è un male.
Anzi, si apre un confronto!

Se vorrai passare ancora di qui, sarai sempre la benvenuta.
Ti abbraccio.

alberto bertow marabello ha detto...

Non so quasi niente di questa vicenda, non so di chi sia stata l'idea, chi l'abbia messa in pratica, chi abbia fatto finta di nulla e chi sia stato usato. Perché a volte mi viene da pensare che queste persone siano usati a mo' di fantocci da qualcuno di più furbo, ma non lo so. Come assolutamente non so e non capisco come si possa dare credito a persone solo perché sono famose e si vedono ovunque. Certo che una volta fatto del male il male non sparisce

Francesca A. Vanni ha detto...

@alberto bertow marabello
Hai presente i famosi Undici punti di Goebbles, quelli che ti fanno studiare per l'esame di Sociologia di massa?
Ecco, uno di questi punti spiega che la maggior parte della gente non pensa e che se messa davanti a un leader (o influencer) reagirà seguendolo ciecamente.
Come vedi, la teoria funziona ancora: per uno che pensa, 999 non lo fanno.
Sono d'accordo con la tua conclusione: il male fatto non sparisce.
Ti abbraccio.

silvia de angelis ha detto...

Alcuni eventi sono rimasti alla ribalta per molti giorni...e ancora se ne parla. Ma non tutti sono sempre al corrente della vita degli influencer.
Molto speciale il tuo blog. Un caro saluto.

Francesca A. Vanni ha detto...

@silvia de angelis
Grazie, anche il tuo blog mi piace molto e presto esplorerò gli altri.
Per ciò che concerne gli influencer, faccio presente che per me non si può considerare una professione ma un modo di sfruttare le menti deboli, e in ogni caso nessuno ha costretto tali mentecatti a fare gli influencer.
La loro vita?
Beh, nemmeno la mia vita privata è pubblica (ed essendo una scrittrice, il mio lavoro ha molto a che vedere col pubblico) e nemmeno quella di miliardi di persone, ma a nessuno se non a gente come la Ferragni è venuto in mente di fare ciò che ha fatto.
Qui non c'entra la professione o l'immagine pubblico/privata, qui c'è il fatto di avere commesso un reato.
Va giudicato quello.
Ti abbraccio.