Spesso e volentieri, leggendo recensioni di libri o semplicemente
facendo un giro in libreria, mi è capitato di leggere/sentire discorsi sull’argomento
“lo scrittore perfetto”.
Ogni lettore (lo ammetto, me compresa quando leggo un libro) sogna lo scrittore
perfetto.
Così mi sono divertita a stilare, in base alle conversazioni lette o
sentite, le caratteristiche dello scrittore perfetto.
Deve essere informale ma non troppo, amichevole coi lettori ma non
troppo confidenziale, descrittivo ma non verboso, innovativo ma non troppo.
Deve scrivere di sesso ma senza trascendere troppo lasciando tuttavia ben intuire cosa stia accadendo (sembra uno di quei teoremi matematici che ti danno da discutere al liceo!), deve saper bilanciare alla perfezione ogni argomento del libro, deve creare il tipo di personaggio che il pubblico potrebbe adorare, deve approfondire ma non troppo, deve azzeccare l’argomento di cui il lettore vorrebbe leggere, deve essere pronto a ricevere qualsiasi tipo di critica (anche le peggiori) senza battere ciglio, deve andare orgoglioso dei suoi libri ma non troppo, deve farsi pubblicità ma non troppo.
Deve scrivere di sesso ma senza trascendere troppo lasciando tuttavia ben intuire cosa stia accadendo (sembra uno di quei teoremi matematici che ti danno da discutere al liceo!), deve saper bilanciare alla perfezione ogni argomento del libro, deve creare il tipo di personaggio che il pubblico potrebbe adorare, deve approfondire ma non troppo, deve azzeccare l’argomento di cui il lettore vorrebbe leggere, deve essere pronto a ricevere qualsiasi tipo di critica (anche le peggiori) senza battere ciglio, deve andare orgoglioso dei suoi libri ma non troppo, deve farsi pubblicità ma non troppo.
Una cosina da niente.
Io mi alzo tutte le mattine e, essendo una scrittrice, dovrei tenere
conto di tutte queste cose.
Roba da uscirne pazzi!
Così mi sono domandata se anche lo scrittore immagina il lettore
perfetto.
E la risposta è sì!
Certo che se lo immagina e vi descrivo anche come deve essere:
-amante dei libri. Leggere un libro non significa
necessariamente amare la lettura. Prendete, per esempio, gli studenti: quanti
di loro amano sul serio leggere?
-acculturato al punto giusto: sarebbe stupendo avere un lettore
che non rimane perplesso di fronte a parole un po’ forbite o a subordinate di
secondo grado.
-almeno una volta nella vita disposto a leggere qualsiasi genere di
libro: diventa un po’ frustrante, per uno scrittore, presentare il proprio
lavoro frutto della sua fatica e sentirsi dire “non leggo libri fantasy/di
fantascienza/storici/dell’orrore/rosa/gialli...”. Vien naturale chiedersi,
magari dopo molti di questi episodi, se a parte l'oroscopo il lettore in
questione sia capace di leggere qualcosa di più approfondito.
-non pretenda estratti gratis né scarichi libri piratati: anche
noi scrittori mangiamo e paghiamo le bollette. Eh, sembra strano ma è vero.
-non si faccia paranoie fra ebook e cartaceo.
-critichi, anche negativamente, ma in modo costruttivo: è
difficile trovare un lettore che sappia fare buone critiche o recensioni. Per
fortuna però non sono una specie in via di estinzione.
-che non prometta a vuoto di leggere il tuo libro.
-che non sbagli il titolo del libro e tanto meno il tuo nome: a
me è successo più di una volta, specie col nome. Non è simpatico.
-che non ti ponga domande stupide: successo anche questo. Il
giudizio è come sopra.
Sarebbe splendido, e non scherzo, avere almeno un lettore così nella
vita.
Così come, immagino, per il lettore sarebbe favoloso trovare almeno una
volta nella vita il suo scrittore perfetto.
Ma siccome l’utopia è di per sé irrealizzabile, non si potrebbe essere
tutti quanti un po’ più tolleranti?
Sì dico a noi lettori (mi ci metto anche io, perché spesso mi accorgo
di muovere critiche troppo forti ad alcuni libri e, da scrittrice, me ne pento
subito), perché sostanzialmente i problemi sorgono quando libro e lettore si
incontrano.
Certo non è detto che ci debba piacere tutto per forza ma essere più
elastici ogni tanto non farebbe male a nessuno!