Tempo di
anteprime!
Il prossimo
gennaio infatti verrà pubblicato il mio nuovo romanzo “La lunga strada verso
te” che parlerà del più controverso e doloroso capitolo della Storia
contemporanea ovvero la Shoah perpetrata dai nazisti contro il popolo ebreo e
tutte le “minoranze non accettate”.
In attesa del
post di presentazione ufficiale del libro vi faccio dono di un breve estratto.
“Benjamin sorrise
emozionato.
-Non sapete
quanto mi rende felice vedere tanti giovani qui, riuniti tutti insieme in
questa occasione così importante.- disse –Voi siete il futuro, ragazzi, ed è
una cosa meravigliosa che siate qui ad ascoltare questo vecchio. Ditemi, vi
piace la cioccolata?-
-Sì!- esclamarono
molte voci insieme.
-Non avevo dubbi:
la cioccolata è buonissima, a chi non piace? Non ci crederete: piace molto
anche a me, eppure c’è stato un tempo in cui ho potuto solo sognarla. È un
tempo lontano, ormai, ma non così tanto da poter essere dimenticato. Certo, so
che state pensando che ho l’età di un dinosauro e forse avete anche ragione ma
dovete sapere che i dinosauri, come gli elefanti, hanno una memoria prodigiosa.
Signora Robbins, posso avere una sedia tutta per me?-
Uno dei
professori si alzò e andò a prendere una delle sedie addossate alla parete.
-Prego si
accomodi, rabbino.- disse.
-Grazie,
giovanotto.- rispose Benjamin accomodandosi –Oh, sì, così si parla meglio. Non
ho mai capito perché una persona per parlare deve stare in piedi. È scomodo
stare in piedi, a me viene mal di schiena.-
-Anche a me.-
disse una vocina dalla platea.
Benjamin sorrise:
-Vedo che ci
capiamo alla perfezione, miei piccoli amici. Bene, ora voglio raccontarvi una
favola vera dove ci sono i buoni e ci sono i cattivi, una storia che inizia
tanto tempo fa in una città molto lontana da qui situata alle pendici dei monti
Karwendel. Questa città si chiama Innsbruck, il suo nome significa “ponte sul
fiume Inn”, e si trova in Austria. Qualcuno di voi sa dov’è situato questo posto
chiamato Austria?-
Una bambina
seduta in prima fila alzò prontamente la mano e rispose:
-In Europa!-
-Brava. E ora
voglio mostrarvi una cosa che ho portato con me.- Benjamin si voltò verso la
Preside e disse con un sorriso –Signora Robbins, qui mi serve il suo aiuto.-
La donna si alzò
dalla sedia e si affrettò a prendere il proiettore che uno dei professori aveva
già preparato quella mattina, sul quale posò una fotografia che nel frattempo
Benjamin aveva preso dal portafoglio che teneva sempre nella tasca interna
della giacca.
Sulla bianca
parete alle sue spalle prese forma l’immagine in bianco e nero di due giovani
uomini, poco più che ventenni, seduti sulla riva di un fiume.
-Quello è il
fiume Inn, di cui vi parlavo.- disse Benjamin –Mi sapete dire chi è il signore
a sinistra della foto?-
Tre mani si
alzarono prima di tutte le altre.
Benjamin indicò
con la mano un bambino seduto in seconda fila e continuò:
-Tu sai dirmelo?-
-È Frederik Van
Horne, rabbino. C’è una sua foto sul libro di Storia, è stato un personaggio
molto importante e ha fatto grandi cose.-
Benjamin annuì,
sentendo il cuore gonfiarsi di orgoglio.
Sì, quel bambino
aveva ragione: il suo Frederik, durante gli anni della guerra, aveva fatto
davvero grandi cose anche se la sua natura umile lo aveva sempre portato a
schernirsi dicendo che in realtà non aveva fatto niente di così importante che
chiunque, trovandosi al suo posto, avrebbe fatto.
-E il signore che
si trova vicino a Frederik sapere dirmi chi è?- domandò poi.
Dopo un lungo
momento di silenzio, Steve rispose:
-Sei tu, nonno
Ben.-
-Esatto, quel
giovanotto dall’aria un po’ arruffata sono proprio io.-
-Davvero?-
domandò uno dei bambini meravigliato.
-Sì.-
-Non sembri tu.-
commentò con una sincerità disarmante.
-Sono gli scherzi
che gioca il tempo: è benevolo fin quando si è giovani, ma crudele quando si
diventa anziani. Ora scommetto che siete curiosi di sapere cosa accadde, tanto
tempo fa, in quella città lontana chiamata Innsbruck e perché mai io conoscevo
Frederik.-
-Sì!- risposero
tutti i presenti in coro.
Benjamin si
voltò, guardò per un momento l’immagine sulla parete e mentalmente riservò un
altro pensiero a Frederik e a quegli anni ormai così distanti ma non sfocati
nel suo cuore.
Come vorrei che tu fossi qui con me adesso, pensò prima di correggersi, perdonami, Frederik: sono un vecchio
sciocco.
Tu sei qui con me, sei sempre rimasto al mio
fianco.
Oggi parlerò anche per te e per tutti quelli
che non hanno più una voce.
Sarà doloroso ricordare ma è necessario.