Lo scrittore è il perfetto menzognero: scrive bugie e riesce a farti credere che siano vere.

26/02/22

Il ritorno dell'analfabeta funzionale

Tutto inizia con questo screenshot che una mia amica mi ha spedito sul cellulare.
Ho coperto il nome di chi ha postato l’immagine perché non è la persona che conta, il mio vuole essere un post dal taglio incentrato sul problema che è quello della comprensione.


L’immagine, come vedete tutti, recita “sono pronta per la morte di Antinoo”.
Il libro fotografato sotto è il mio romanzo “Nel tuo nome” (già che ci sono ne approfitto e lo pubblicizzo un po’: cliccate qua se volete saperne di più).

Di cosa parla il mio romanzo?
Basta leggere la sinossi, in particolare questo paragrafo:
“Fra le pagine del suo nuovo romanzo Francesca A. Vanni costruisce una storia dentro la Storia, immaginando “cosa sarebbe successo se...” in un avvincente susseguirsi di eventi che terranno il lettore con il fiato sospeso.”

Cosa sarebbe successo se: ecco qui le parole chiave.
Sono parole che spianano la via a un solo genere letterario: quello dell’ucronia, ovvero rivedere la storia sotto un’altra luce, partendo da un determinato evento storico.
Non mi dilungo sulla nascita del genere e la sua divulgazione, anche perché ne ho parlato pure nella prefazione del romanzo, ma voglio solo ricordare che il primo romanzo ucronico moderno è “Fatherland” di Robert Harris.

Ora, alla luce della sinossi e della prefazione, mi spiegate come si fa a scrivere “sono pronta per la morte di Antinoo”?
È chiaro che Antinoo non muore.
Come si fa a non capirlo?
Ci risiamo, mi trovo di fronte a un altro caso di analfabetismo funzionale come accade ogni giorno a tantissimi autori!
La frotta di coloro che leggono ma non capiscono è in costante aumento e anche di quelli che pensano che cose come la sinossi, la prefazione, la guida ai personaggi e ai luoghi, l’appendice, la postfazione e i ringraziamenti siano inutili orpelli all’opera e si possono saltare a piè pari.

Non ho parole.



10 commenti:

Francesco Abate ha detto...

L'unica cosa peggiore del non leggere è il leggere senza capire, cosa che fanno purtroppo tantissimi lettori.

Un abbraccio.

Lucrezia Ruggeri ha detto...

Morale della favola: questa persona non ha capito niente.
Consiglio di farle leggere il "Decalogo del lettore deficiente", è proprio azzeccato.
Baci.

Francesca A. Vanni ha detto...

@Francesco Abate
Seriamente! Immagino che tu abbia visto, come me, commenti e critiche riguardo romanzi che non c'entrano niente con il libro.
Esempio: io leggo Robert Harris e ho cominciato "L'indice della paura" che è un thriller finanziario giuridico. Possibile che leggo in giro che è un horror?
È analfabetismo puro!
Ti abbraccio.

Francesca A. Vanni ha detto...

@Lucrezia Ruggeri
Consiglio anche io la lettura di quel saggio a tutta questa gente: così non si può andare avanti, come ha detto anche Francesco.
Ti abbraccio.

Alexander ha detto...

Mi domando sempre come si fa a leggere senza capire...
Francesca non te la prendere: per uno che non capisce niente del tuo romanzo, ce ne saranno cento che lo capiranno.
Ciao!

Olivia Hessen ha detto...

Leggere e non comprendere è come non saper leggere: è allucinante che in Italia e anche nel mondo spopolino tantissime persone che non capiscono niente di quello che scorgono.
Poi andando nel particolare, l'estratto del tuo libro è anche on line, basta leggere la prefazione.
E il guaio è sempre lì: bisogna saper leggere davvero, per capire.
Che tristezza.
Baci.

Francesca A. Vanni ha detto...

@Alexander
Lo so, per fortuna lo so che ci sono tante persone ancora capaci di comprendere il senso di un testo.
È che questa storia dell'analfabetismo funzionale è una brutta bestia.
Ti abbraccio.

Francesca A. Vanni ha detto...

@Olivia Hessen
Lo so, condivido tutto il tuo commento.
Ti abbraccio.

Melinda Santilli ha detto...

Ormai sono poche le cose che mi stupiscono. Una delle ultime ca**ate è stato leggere che Dostojevski non può essere insegnato negli atenei perché "appoggia Putin".
Peccato che il famoso autore russo sia morto più di un secolo fa.
Ciao fanciulla.

Francesca A. Vanni ha detto...

@Melinda Santilli
La storia di Dostojevski e degli autori russi l'ho letta anche io ed è stata una riconferma del fatto che tantissimi italiani non capiscono niente.
Tra l'altro nota che tutto l'odio ingiustificato che prima riservavano a chi non voleva sottoporsi alla sperimentazione del siero genico (quello che le pecore chiamano vaccino anticovid, senza nemmeno sapere che contro un virus non esiste un vaccino efficace) adesso lo riversano sui russi.
Ma dov'era questa gente quando gli ucraini ammazzavano i loro connazionali "rei" di avere radici russe?
Magari a leggere Topolino.
Ti abbraccio.