Tempo fa scrissi una frase, a sorta di slogan del mio blog: “lo scrittore è il perfetto menzognero: scrive bugie e riesce a farti credere che siano vere”.
Qualcuno usò questa frase con intenzioni non troppo lusinghiere, ma ormai è una questione chiusa (in ogni caso, la risposta migliore a certi fatti è già stata espressa da FaviJ).
Ho sentito però la necessità di chiarire il senso di questa frase.
Lo scrittore menzognero non è qualcuno che inventa diecimila identità diverse per i deliri di qualche demente.
Non è nemmeno chi scrive con uno o più pseudonimi: faccio presente che tantissimi autori li usano per mille motivi.
Robert Silverberg, autore del romanzo di fantascienza “La stagione dei mutanti”, ha usato 56 pseudonimi nella sua carriera di scrittore di cui la famiglia ne ha svelati solo 5.
Lo scrittore menzognero è lo scrittore per definizione.
Cosa fa uno scrittore?
Inventa storie.
Luoghi, personaggi, fatti, azioni, pensieri che prima di lui non esistevano.
Che però nella realtà non ci sono.
Esistono infatti gli hobbit di Tolkien, gli androidi di Blade Runner, la grande balena bianca di Melville, l’auto di Gatsby o il clown malvagio di King?
Sono esistiti Renzo e Lucia?
C’erano davvero Achille, Ettore, Odisseo ed Enea?
E l’Inferno di Dante?
No, certo che no.
Eppure noi ci crediamo, quando leggiamo un libro pensiamo che ci siano davvero, crediamo nella storia, nel patto narrativo e nelle “bugie” dell’autore che ci porta con la sua abilità a scavare dentro di noi, a ragionare, a vedere le cose sotto un altro punto di vista.
Qualcuno usò questa frase con intenzioni non troppo lusinghiere, ma ormai è una questione chiusa (in ogni caso, la risposta migliore a certi fatti è già stata espressa da FaviJ).
Ho sentito però la necessità di chiarire il senso di questa frase.
Lo scrittore menzognero non è qualcuno che inventa diecimila identità diverse per i deliri di qualche demente.
Non è nemmeno chi scrive con uno o più pseudonimi: faccio presente che tantissimi autori li usano per mille motivi.
Robert Silverberg, autore del romanzo di fantascienza “La stagione dei mutanti”, ha usato 56 pseudonimi nella sua carriera di scrittore di cui la famiglia ne ha svelati solo 5.
Lo scrittore menzognero è lo scrittore per definizione.
Cosa fa uno scrittore?
Inventa storie.
Luoghi, personaggi, fatti, azioni, pensieri che prima di lui non esistevano.
Che però nella realtà non ci sono.
Esistono infatti gli hobbit di Tolkien, gli androidi di Blade Runner, la grande balena bianca di Melville, l’auto di Gatsby o il clown malvagio di King?
Sono esistiti Renzo e Lucia?
C’erano davvero Achille, Ettore, Odisseo ed Enea?
E l’Inferno di Dante?
No, certo che no.
Eppure noi ci crediamo, quando leggiamo un libro pensiamo che ci siano davvero, crediamo nella storia, nel patto narrativo e nelle “bugie” dell’autore che ci porta con la sua abilità a scavare dentro di noi, a ragionare, a vedere le cose sotto un altro punto di vista.
Lo diceva anche Fernando Pessoa, in riferimento alla poesia ma il concetto è estendibile all'intera arte della scrittura, che il poeta è un fingitore.
Tutto qui.
È semplice inventare queste “menzogne”, per uno scrittore? No.
È bello? Da morire.
Ne vale la pena? Sempre.
Tutto qui.
È semplice inventare queste “menzogne”, per uno scrittore? No.
È bello? Da morire.
Ne vale la pena? Sempre.
Post Scriptum: la mia frase tornerà a essere lo slogan del blog.