Questo piccolo post è indirizzato ad alcune persone perché è ora di
risolvere una noiosa questione, tutta inerente al mondo del web.
Mi viene spesso domandato, anche in modo abbastanza seccante, come mai
abbia scelto di presentarmi e scrivere i miei libri utilizzando uno pseudonimo.
Credo sia giunto il momento buono per chiarire questo “problema”.
Anzitutto è una scelta artistica.
Ci sono stati (e ci saranno anche in futuro) tantissimi artisti che
hanno scelto di celare al pubblico il proprio nome in favore di uno di
fantasia.
Nel caso qualcuno di voi avesse bisogno di un rapido ripasso
letterario, cito soltanto alcuni nomi come Italo Svevo, Elena Ferrante, Gordon
Russell, Lewis Carroll, Richard Bachman, Émile Ajar, Sophie Kinsella o Alberto
Moravia.
E potrei citarvene altri cento, ma non è questo l’obiettivo del post.
Ci vedete qualcosa di male?
Andate a leggere l’articolo 7 e l'articolo 9 del codice civile e poi potremo
riparlarne.
In secondo luogo, usare uno pseudonimo è anche una scelta personale.
Non dovrei nemmeno stare qui a scriverlo ma siccome certe persone mi
hanno esasperata lo dico adesso e non mi ripeterò più: ho scelto di utilizzare
uno pseudonimo per separare la mia vita artistica dalla mia vita privata.
Sono una persona riservata, non amo condividere la mia vita privata on
line.
Questo blog è una piccola vetrina che serve per pubblicizzare i miei
libri e intrattenere chi passa di qui con argomenti a volte interessanti, a
volte divertenti.
Non troverete mai il mio indirizzo, le mie fotografie, i miei dati
sensibili né qualche riferimento a episodi specifici della mia vita privata.
Se questo basta per definirmi una persona falsa, allora signori il
problema è tutto vostro.
Nessuno vi ha mai costretto a seguire questo blog, né a intrattenere
alcun tipo di conversazione con me.
Se io non vi vado a genio, se questo blog non è di vostro gradimento,
siete gentilmente pregati di sparire e smetterla di scrivere certe cose in giro
per la blogsfera.