È tempo di anteprima!
Il prossimo mese uscirà il mio nuovo romanzo, dal titolo tutto
particolare: “Il Giorno del Dolore”.
Si tratta di un libro insolito per me nel senso che è un genere che non ho
ancora affrontato dal punto di vista dei romanzi ma solo dei saggi, quello della
fantascienza.
Siete curiosi di scoprire di cosa si tratta?
Dovrete aspettare che esca il libro!
Nel frattempo, per i più curiosi, lascio un piccolo estratto:
“Kyp si chinò per prendere lo zaino che aveva riposto come sempre
vicino al banco, ma era così distratto dai suoi pensieri che non prestò
attenzione nel rialzarsi e sbatté la testa contro il bordo del banco.
La vista gli si offuscò per un momento e una sensazione bruciante si
irraggiò dal cranio al resto del corpo.
Cazzo fu la prima parola che affiorò nella sua mente, seguita da un quanto
fa male.
-Signor Donovan, è ancora fra noi?-
La voce flautata della professoressa gli sembrò insopportabile.
Si rizzò in piedi provando il desiderio di gridarle in faccia no,
brutta deficiente, non lo vede che ho picchiato la testa e mi sono fatto male?!,
ma per fortuna si arrestò appena in tempo.
Nessuno sapeva che non aveva assunto il Lymens, non poteva certo
reagire in quel modo.
Esibì quindi un bel sorriso di circostanza e rispose:
-Mi scusi, professoressa, ho avuto un po’ di difficoltà nel prendere il
mio guanto.-
-L’ho visto. Ha fatto colazione, caro?-
Menti, disse una voce imperiosa dentro di lui, menti e vattene fuori di
qui.
-A dire il vero non ho fatto in tempo. Mi dispiace.-
-Deve fare una bella scorta di zuccheri, signor Donovan, sono
importanti per mantenere alto il suo livello di endorfine. Coraggio, raggiunga
il bar e mangi qualcosa prima di tornare da noi.-
-Grazie, professoressa, lei è sempre molto premurosa.-
Kyp posò il guanto sensoriale sul banco e uscì dall’aula continuando a
sorridere, ma appena la porta si chiuse alle sue spalle il sorriso scomparve
dalle sue labbra.
Approfittando del fatto che non ci fosse nessuno, corse verso il bagno
dei ragazzi e vi si chiuse dentro, poi aprì il getto dell’acqua fredda del
lavabo e ci schiaffò sotto la testa.
-Cazzo!- esclamò ad alta voce –Cazzo! Cazzo!-
Ne infilò uno dietro l’altro, fino a quando il dolore diminuì.
Prese qualche salvietta di carta dal distributore e si asciugò il viso
e i capelli come meglio poteva, poi gettò tutto nel cestino e si guardò allo
specchio.
La sensazione che aveva provato era stata più intensa del solito,
pensò, più di quando Harris lo aveva spinto giù dalle scale dicendo poi che era
stato un incidente o di quando si era preso per errore un pugno nello stomaco
durante una lezione di Educazione Corporale.
-Ehi, ehi, aspetta un attimo.- si disse guardando la sua immagine
riflessa –Sto provando le stesse sensazioni di tutti i giorni o qualcosa di più
intenso?-
Qualcosa di più intenso, rispose la sua voce interiore.
Non aveva assunto il Lymens eppure ogni cosa era identica agli altri
giorni ma con la differenza che quello che provava era tutto amplificato.
Doveva fare qualcosa, decise.
Si osservò per un lungo momento, aspettandosi che il suo riflesso
potesse all’improvviso svelargli un’illuminante verità.
Dopo qualche minuto comprese che non sarebbe mai accaduto.
Quella era la realtà, non erano i suoi amati libri dove ogni cosa era
possibile.”