Lo scrittore è il perfetto menzognero: scrive bugie e riesce a farti credere che siano vere.

16/04/19

Anteprima del mio nuovo romanzo "Il Giorno del Dolore"

È tempo di anteprima!
Il prossimo mese uscirà il mio nuovo romanzo, dal titolo tutto particolare: “Il Giorno del Dolore”.

Si tratta di un libro insolito per me nel senso che è un genere che non ho ancora affrontato dal punto di vista dei romanzi ma solo dei saggi, quello della fantascienza.
Siete curiosi di scoprire di cosa si tratta?
Dovrete aspettare che esca il libro!
Nel frattempo, per i più curiosi, lascio un piccolo estratto:

“Kyp si chinò per prendere lo zaino che aveva riposto come sempre vicino al banco, ma era così distratto dai suoi pensieri che non prestò attenzione nel rialzarsi e sbatté la testa contro il bordo del banco.
La vista gli si offuscò per un momento e una sensazione bruciante si irraggiò dal cranio al resto del corpo.
Cazzo fu la prima parola che affiorò nella sua mente, seguita da un quanto fa male.
-Signor Donovan, è ancora fra noi?-
La voce flautata della professoressa gli sembrò insopportabile.
Si rizzò in piedi provando il desiderio di gridarle in faccia no, brutta deficiente, non lo vede che ho picchiato la testa e mi sono fatto male?!, ma per fortuna si arrestò appena in tempo.
Nessuno sapeva che non aveva assunto il Lymens, non poteva certo reagire in quel modo.
Esibì quindi un bel sorriso di circostanza e rispose:
-Mi scusi, professoressa, ho avuto un po’ di difficoltà nel prendere il mio guanto.-
-L’ho visto. Ha fatto colazione, caro?-
Menti, disse una voce imperiosa dentro di lui, menti e vattene fuori di qui.
-A dire il vero non ho fatto in tempo. Mi dispiace.-
-Deve fare una bella scorta di zuccheri, signor Donovan, sono importanti per mantenere alto il suo livello di endorfine. Coraggio, raggiunga il bar e mangi qualcosa prima di tornare da noi.-
-Grazie, professoressa, lei è sempre molto premurosa.-
Kyp posò il guanto sensoriale sul banco e uscì dall’aula continuando a sorridere, ma appena la porta si chiuse alle sue spalle il sorriso scomparve dalle sue labbra.
Approfittando del fatto che non ci fosse nessuno, corse verso il bagno dei ragazzi e vi si chiuse dentro, poi aprì il getto dell’acqua fredda del lavabo e ci schiaffò sotto la testa.
-Cazzo!- esclamò ad alta voce –Cazzo! Cazzo!-
Ne infilò uno dietro l’altro, fino a quando il dolore diminuì.
Prese qualche salvietta di carta dal distributore e si asciugò il viso e i capelli come meglio poteva, poi gettò tutto nel cestino e si guardò allo specchio.
La sensazione che aveva provato era stata più intensa del solito, pensò, più di quando Harris lo aveva spinto giù dalle scale dicendo poi che era stato un incidente o di quando si era preso per errore un pugno nello stomaco durante una lezione di Educazione Corporale.
-Ehi, ehi, aspetta un attimo.- si disse guardando la sua immagine riflessa –Sto provando le stesse sensazioni di tutti i giorni o qualcosa di più intenso?-
Qualcosa di più intenso, rispose la sua voce interiore.
Non aveva assunto il Lymens eppure ogni cosa era identica agli altri giorni ma con la differenza che quello che provava era tutto amplificato.
Doveva fare qualcosa, decise.
Si osservò per un lungo momento, aspettandosi che il suo riflesso potesse all’improvviso svelargli un’illuminante verità.
Dopo qualche minuto comprese che non sarebbe mai accaduto.
Quella era la realtà, non erano i suoi amati libri dove ogni cosa era possibile.”