Lo scrittore è il perfetto menzognero: scrive bugie e riesce a farti credere che siano vere.

14/07/19

Audiobook? No, grazie.

Da qualche anno a questa parte sono, di fatto, entrati anche nel mercato italiano gli audiobook ovvero i “libri che si ascoltano”.
Come funzionano?
Semplice: ne compri uno, lo carichi sul tuo lettore mp3 o sul tuo smartphone, infili le cuffie nelle orecchie e li ascolti.
Una versione contemporanea di quando era la mamma o la nonna a leggerci una fiaba prima che fossimo in grado di leggere da soli, resa più “cool” dal fatto che spesso sono attori famosi a leggere l’audiobook.

L’audiobook è ancora un mercato di nicchia ma secondo me potrebbe rivelarsi utilissimo per i non vedenti, per chi ha malattie degenerative gravi o chi ancora soffre di forme di paralisi che coinvolgono gli arti superiori e desidera leggere in autonomia un libro.
Il mio parere positivo sugli audiobook si ferma qui.

Perché?
Perché chi non soffre di particolare e gravi patologie invalidanti (gravi sul serio, lettori, non giustificazioni come “sono stanco”, “non ce la faccio”, “un libro è complicato, meglio un fumetto”, “non leggo più di venti pagine che poi dimentico tutto”) può comprare un libro (cartaceo o digitale non fa assolutamente differenza) e leggerlo senza alcun problema.
I motivi sono tanti ma il più importante secondo me è uno: leggere e ascoltare non sono la stessa cosa.
Sono attività che stimolano aree differenti del cervello, implicano reazioni neuronali distinte e hanno risultati diversi sul soggetto.
Ascoltare un libro, come dimostrato in un esperimento scientifico, è come leggere in maniera superficiale: a questo punto, tanto vale non leggere nemmeno.

Il Re (King, per inciso) ha affermato in “On writing” che ascoltare un libro migliora la scrittura.
Nemmeno su questo sono d’accordo.
Ciò che migliora la scrittura è un processo fatto di lettura (tanta) e soprattutto scrittura (tantissima) magari con un bravo revisore pronto a mettere in discussione il tuo lavoro e a fustigarti senza pietà se sbagli.
Non si diventa scrittore ascoltando chi legge: si diventa scrittore affinando questo dono che si ha da sempre (è come essere musicista, artista o chef: o lo sei, o non lo sei. Non ci sono vie di mezzo) e impegnandosi a scrivere ogni santo giorno, senza mai mollare.

Ma dico, il lettore medio è diventato talmente pigro da non essere più in grado di prendere in mano un libro, un e-reader e leggere?
Spero di no!
E ricordiamoci che se è vero l’assioma che un libro è tale in base al suo contenuto, per scoprire quale esso sia dobbiamo quanto meno leggerlo.
Leggerlo, non ascoltarlo.