Oscar Wilde diceva che il piacere dell’attesa è essa stessa piacere e
personalmente condivido appieno questa sua affermazione.
Viviamo, purtroppo per noi, nella società occidentale che è frenetica
per definizione.
Si consuma tutto troppo in fretta, le esperienze si bruciano, tutto è
effimero e superfluo e alla fine molte persone si ritrovano a trent’anni con la
vita ormai giunta alla fine perché hanno sperimentato tutto lo sperimentabile.
Hanno corso quando ancora non era tempo di correre, hanno fatto sesso
ma non sanno ancora cosa significa fare l’amore, hanno viaggiato seguendo vie
sbagliate.
E adesso la loro insofferenza per tutto quello che ormai hanno bruciato
si trasforma in apatia oppure in pericolosa invidia verso coloro che invece
vivono le proprie vite in modo diverso, senza lasciarsi pervadere dalla
frenesia e aspettando il momento giusto per muovere i passi giusti.
Oggi voglio condividere con voi questo pensiero del Dalai Lama, che
trovo molto attuale:
“Ascolto, pensiero e meditazione
sono necessari nello stesso momento. Quando inizi la pratica, non ti devi
aspettare troppo.
Dal momento che viviamo
nell’epoca dei computer dell’automazione, potresti essere indotto a credere che
lo sviluppo interiore sia anch’esso qualcosa di automatico per cui schiacci un
bottone e tutto cambia.
Non è così: lo sviluppo interiore
non è facilmente raggiungibile e richiederà molto tempo.”